Con i suoi 33 anni di vita, la rivista fiorentina Quaderni del Circolo Rosselli rappresenta uno dei punti di riferimento di cultura politica più vivi e presenti della nostra città.

Il numero 2/2013 della rivista (il 116esi- mo fascicolo che è uscito), è dedicato proprio alla Città del Giglio, con il titolo avveniristico di Firenze 2020, proiettato sul terzo decennio di questo XXI secolo. Il “Quaderno” parte da un’assunzione poco nota: e cioè che è in dirittura d’arrivo un disegno di legge governativo che sostituirà, all’attuale provincia, la Città metropolitana, che dovrebbe permettere di pianificare insieme tutto il territorio della “Grande Firenze”.

A questo tema dedico il mio articolo sulla rivista, anche per il fatto che attualmente sono presidente della Commissione affari istituzionali del Consiglio comunale di Fi- renze che sta sviluppando un’intensa iniziativa in proposito.

I temi dell’urbanistica e del territorio, decisivi per l’amministrazione della città, sono affrontati da Giuseppina Carla Romby, da Mariella Zoppi, da Manlio Marchetta e da Carlo Carbone, mentre i temi del trasporto e delle infrastrutture sono oggetto di un saggio di Francesco Re. Una ricerca fresca del sociologo Carlo Colloca analizza i flussi migratori nel comune di Firenze. Ma l’amministrazione cittadina deve esse- re finalizzata a far star bene i suoi abitanti in mezzo al bailamme di problemi di trasporto, di burocrazia, di funzionamento non sempre ottimale dei servizi. A questo tema “immateriale” della felicità del vivere si dedica Gaspare Polizzi, mentre Severino Saccardi sottolinea come Firenze sia sempre stata considerata una città simbolo e ricorda il fervore culturale e civile della Firenze degli anni 60.

Per le sue caratteristiche, la rivista Qua- derni del Circolo Rosselli ospita una rubri- ca molto significativa, “Storia e memoria”. In questo numero Mariella Zoppi e Adria- no Poggiali ricordano il centenario della nascita del grande urbanista fiorentino Edoardo Detti, mentre io ricordo con piacere ed affetto il mio amico Giorgio Gaber.