“Posters” at Palazzo Viviani – by Niccolò Rinaldi

This curiosity is ideal if you have half an hour to spare before your train leaves: just a short walk from the station of Santa Maria Novella, the narrow and bustling Via Sant’Antonio near the San Lorenzo market, contains Palazzo Viviani, which is known as Palazzo dei Cartelloni because of its rather strange façade that represents a unique feature in Florence.
Viviani was a famous seventeenth- century mathematician and he had the front of the building covered with three inscribed “posters” (cartelloni): one to either side and a smaller one in the middle.
The Latin texts are by Viviani himself and describe and celebrate the astronomical discoveries and inventions of Galileo: the telescope, the “Medici planets” (actually moons of Jupiter), Sun spots, the resistance of solids, projectile trajectory, a proposed solution to the problem of calculating longitude at sea.
These are all depicted in the bas-reliefs that surmount the main doorway, together with a bust of the great astronomer by the sculptor Giovan Battista Foggini.
But Viviani did not use the cartelloni simply to praise Galileo’s scientific achievements; he was also concerned to stress his faith and moral probity.
Hence, these inscriptions have something of the air of a political manifesto.
Having died while still suspected of heresy, Galileo had not even had the right to a proper funerary monument, and two centuries later he was still susceptible to contemptuous attacks by the Church.
Italiano
A ridosso del mercato di San Lorenzo, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella, nella stretta e popolare via di Sant’Antonino ci s’imbatte a un tratto nella bizzarra facciata del cosiddetto Palazzo dei Cartelloni, che altro non sarebbe che il Palazzo Viviani sul quale il celebre matematico seicentesco collocò questi cosiddetti “cartelloni”, ovvero tre grandi epigrafi, due laterali e una, più ridotta, centrale.
Le iscrizioni latine, dettate dallo stesso Viviani, descrivono e glorificano le invenzioni e le scoperte soprattutto astronomiche di Galileo, cannocchiale, pianeti medicei, macchie solari, resistenza dei solidi, traiettoria dei proiettili, calcolo della longitudine in mare, per altro raffigurate anche nei bassorilievi che, insieme al busto dello scienziato, sovrastano il portone d’ingresso, opera dello scultore Giovan Battisti Foggini.
Non solo: con questi cartelloni Vincenzo Viviani desiderò soprattutto tracciare pubblicamente un ritratto morale, ricordando la sua fede e onestà del maestro Galileo.
In questo senso sono epigrafi che costituiscono anche un manifesto politico, perché all’epoca a Galileo, morto in odore di eresia, non era stato dedicato nemmeno un monumento funebre e parte della sua personalità era ancora soggetta a sprezzanti critiche da parte ecclesiale.
A prima vista i cartelloni appaiono davvero imponenti, quasi un’ossessione propagandistica, anche perché collocati nel settore centrale del palazzo, il quale, separato da spigoli rinforzati nella facciata, dà l’idea di un edificio separato dalle sue ali e dunque più piccolo di quanto in realtà non sia.
L’effetto risolutivo dei cartelloni è per lo meno singolare, e rendono il palazzo, oggi sede di una scuola d’arte americana, come tappezzato da tazebao barocchi.
Eppure i cartelloni costituiscono tutt’altro che una stravaganza di maniera, ma rappresentano un tassello tanto di devozione di un allievo per l’insuperabile maestro, quanto un tassello pubblico della cultura scientifica e astronomica fiorentina.
Altra curiosità: pare che il Palazzo Viviani, o dei Cartelloni, sia stato edificato al posto delle case dei Del Giocondo, i committenti della Monna Lisa di Leonardo, appunto la “Gioconda”.
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