“La fortuna dei Primitivi” Accademia Gallery, 24 June – 8 December 2014

Organised and hosted by the Galleria dell’Accademia, the second exhibition of the Firenze 2014. Un anno ad arte series is dedicated to a historical-cultural phenomenon that occurred between the XVIII and XIX centuries in Italy. We are referring to the birth of collecting the artwork by the so-called “Primitives”, which to date has never been brought to the attention of the general public. The show coincides with the fiftieth anniversary of the publication of the book by Giovanni Previtali entitled, “La fortuna dei Primitivi”, which lends its name to the exhibition. The book traces the history of the rebirth of interest, also among collectors, in the painters known as Primitives who, in Vasari’s historiography, preceded Michelangelo, Raphael and the great masters that he considered as insuperable models.
In handling the cultural phenomenon, Previtali sought out its motivations and cited a substantial series of collectors whom he considered the fundamental figures. Dedicated precisely to these collectors and the works they assembled, this exhibition can perhaps be considered as the first to deal with the history of collecting. In the more or less recent past, there have been shows that dealt with the collections of famous dynasties, such as the Medicis, the Gonzagas, Bembo and the Borgia pope, but never has there been a show like this one, which analyses individual collections and attempts to explain a particular trend in collecting that gave way to the recovery of the Primitives.
The collectors number about forty- two and are represented by artworks of striking quality, including several acknowledged veritable masterpieces, which cover quite a narrow time span ranging from the mid XVIII century through the first two decades of the XIX century.
This responds to a precise scientific decision: the collecting of works from the late Christian antiquity, the Middle Ages, and the early Renaissance was of a pioneering nature in the period taken into consideration. Due to the successive requisitions of the Napoleonic armies, along with the Suppressions of churches and convents that Napoleonic government enacted, the circulation of artworks on the market considerably increased and collecting gradually became methodical, thus contributing decisively to forming the collections of the principal Museums of Europe. Cristina Acidini, Superintendent of the State Museums of Florence, tell us that “Among the artists represented are painters, sculptors and illuminators from Florence and other Italian centres, such as the Master of the Magdalene, Arnolfo di Cambio, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, Nardo di Cione, Lippo Memmi, Vitale da Bologna, Ambrogio Lorenzetti, Pietro da Rimini, Matteo Giovannetti, Beato Angelico, Attavante degli Attavanti, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Piermatteo d’Amelia and Giovanni Bellini”.
Accademia Gallery
Via Ricasoli, 58-60
Telefono: 055 2388612
Fax: 055 2388764
Email: galleriaaccademia@polomuseale.firenze.it
www.polomuseale.firenze.it
Italiano
La mostra, accolta e organizzata dalla Galleria dell’Accademia nell’ambito di Firenze 2014. Un anno ad arte, è dedicata ad un fenomeno storico culturale che ebbe luogo fra Sette e Ottocento in Italia, ovvero la nascita del collezionismo della produzione artistica dei cosiddetti “Primitivi”, mai portato fino ad oggi all’attenzione del pubblico più vasto. La mostra coincide con i cinquant’anni dalla pubblicazione del libro di Giovanni Previtali “La fortuna dei Primitivi”, titolo che è stato non a caso ripreso anche per la mostra.
Il libro tracciava la storia della rinascita dell’interesse, anche collezionistico, verso quei pittori, i cosiddetti Primitivi, che, nello schema storiografico vasariano, avevano preceduto Michelangelo, Raffaello e i grandi maestri che Vasari considerava modelli insuperabili. Previtali, affrontando il fenomeno culturale, ne cercò le motivazioni ricordando una considerevole serie di collezionisti che riteneva esserne stati parte fondamentale. Proprio a questi collezionisti e alle opere da loro raccolte è dedicata la mostra, da considerarsi forse la prima sulla storia del collezionismo. Si è assistito infatti, in tempi più e meno recenti, a mostre che hanno avuto ad oggetto la collezione di dinastie famose, i Medici, i Gonzaga, Bembo, il papa Borgia, ma mai mostre come questa che analizzassero singole collezioni allo scopo di spiegare un particolare indirizzo del collezionismo, quello, appunto, che dette vita al recupero dei Primitivi. I collezionisti, circa quarantadue rappresentati in mostra da opere di alta qualità, compresi autentici capolavori riconosciuti, abbracciano un arco temporale abbastanza ristretto che va dalla metà del Settecento fino al primo ventennio circa dell’Ottocento, per una scelta scientifica ben precisa: il collezionismo di opere appartenenti alla tardo antichità cristiana, al Medioevo e al primo Rinascimento ebbe nell’epoca indagata carattere pionieristico. Successivamente, soprattutto a motivo delle requisizioni delle armate napoleoniche e delle soppressioni di chiese e conventi da parte del governo napoleonico, che favorirono in maniera notevolissima la circolazione di opere sul mercato, il collezionismo assunse caratteri di quasi sistematicità contribuendo in maniera determinante alla costituzione delle collezioni dei principali Musei d’Europa. Cristina Acidini, Soprintendente Speciale per il Polo museale di Firenze, ci racconta che “Tra gli artisti rappresentati figurano pittori, scultori e miniatori di Firenze e d’altri centri italiani quali il Maestro della Maddalena, Arnolfo di Cambio, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, Nardo di Cione, Lippo Memmi, Vitale da Bologna, Ambrogio Lorenzetti, Pietro da Rimini, Matteo Giovannetti, il Beato Angelico, Attavante degli Attavanti, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Piermatteo d’Amelia e Giovanni Bellini”.
Accademia Gallery
Via Ricasoli, 58-60
Telefono: 055 2388612
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