Napapijri, a sportswear shop in Via Porta Rossa 2 red, on the corner of Via Calimaruzza, contains a largely unknown treasure: a magnificent strongbox fitted within the dividing wall. According to experts, this masterpiece of craftsmanship dates from the 15th or 16th century – only in a city like Florence could such an antique crop up in such an unlikely place. In effect, the strongbox is a combination of marvels: within the stone wall a small niche was hollowed, within which was set a small nail-studded wooden door.

However, this was only the first wall of defence in the strongbox, a veritable masterpiece of the locksmith’s art (all the keys are original). Curiously, the receptacle in which one placed precious objects is not made of metal or wood; it is formed from sheets of sandstone fitted into the wall. Thus, at least three different materials – stone, metal and wood – were required to make this strongbox. In the same shop there are also several capitals engraved with eagles clasping a bale of fabric (torsello) in their claws.

They indicate that this was one of the halls of the Arte di Calimala, a rich guild involved in money changing and the wool trade in medieval Florence. So the strongbox was likely created to hold precious documents or property of the guild or one of its members. Founded in 1182 by textile merchants, the Arte di Calimala played an important role in the history of the wool and textile trades. However, in 1770 it was closed by order of Grand Duke Pietro Leopoldo I, when all the old guilds and corporations were replaced by a new Chamber of Commerce.

Il negozio di abbigliamento sportivo Napapijri, di via Porta Rossa 2r, angolo via Calimaruzza, nasconde ancora oggi un piccolo tesoro dimenticato: un magnifico forziere murato nella parete divisoria. Stimata tra il XV e il XVI secolo, la cassaforte è una di quelle antiche meraviglie artigianali che solo in città come Firenze può capitare di scoprire anche dove meno te l’aspetti. Anzi, una piccola sequenza di meraviglie: sulla parete è racchiusa una nicchia in pietra scalpellata, dentro la quale si apre una porticina di legno che non è che una prima protezione allo sportellino della cassaforte, vera delizia di serratura d’epoca con tanto di chiave originale, ovvero una cassaforte nella cassaforte.

Curiosamente il vano dove riporre i preziosi non è un contenitore in metallo o legno, ma è rivestito di lastre in pietra serena, incastonate dentro il muro.

Dunque i materiali utilizzati sono ben tre: pietra, legno e metallo. Nello stesso negozio ci sono alcuni capitelli con il bassorilievo di alcune aquile che ghermiscono un torsello (il torsello è un fagotto di stoffe), segno che ci troviamo in uno dei locali dell’Arte di Calimala, e c’è da credere che la cassaforte raccogliesse preziosi documenti o averi della stessa o di uno dei suoi mercanti. Quella di Calimala era una delle arti maggiori, fondata nel lontano 1182 dai mercanti di tessuti e di lane grezze e fu chiusa dal Granduca Pietro Leopoldo nel 1770, quando le Arti furono sostituite dalla nuova Camera di Commercio.