By Pasquale Ielo – Journalist

The large space from the ground floor of the renovated Opera del Duomo Museum welcomes visitors as they enter with a truly, suggestive scenery. Here, where once there was the poignant “Teatro degli Intrepidi”, later destroyed, now reproduced in the setting the ancient Arnolfian façade of the Duomo. On the opposite side of the saloon, there are two original gates of the Baptistery. In fact, for conservation reasons in the square are gradually placed copies; the only original one, still placed outside is the one facing Via Calzaiuoli.

“Porta del Paradiso”, Creazione di Adamo e Eva  Photo courtesy Opera di Santa Maria del Fiore
“Porta del Paradiso”, Creazione di Adamo e Eva
Photo courtesy Opera di Santa Maria del Fiore

Realized by Andrea Pisano in the 30s of the fourteen century, this was the first bronze gate of the Baptistery. The dimension of the work, exceptional for its era, engaged Andrea Pisano for at least six years, during which the sculptor also went to Venice to perfect his knowledge about bronze casting. The gate, commissioned by the Art of Calimala, a rich corporation of Merchants, represents the life of S. Giovanni Battista and at that time it was displayed on the façade facing the cathedral. In 1401 a competition is announced for the construction of the Northern gate, towards the current via Martelli. The trial consisted in the construction of a panel themed “the sacrifice of Isaac”. Ex-aequo winners turned out to be Brunelleschi and an outsider: Lorenzo Ghiberti. However, Brunelleschi withdrew from the competition, already engaged in the construction of the great Cupola. With the help of artists such as Donatello and Masolino, the new gate, which represents scenes from the life of Jesus, was completed by Ghiberti in a 24 year span and inaugurated in 1425. The success of the work was so great that the replacement of the last gate, still in wood, was immediately decided, entrusting the task to Ghiberti again. Helped by Bernardo Cellini, Benozzo Gozzoli and others, Ghiberti worked on the gate for 25 years. The result was groundbreaking. Abandoning the traditional scheme with 28 mixed lines panels, the geometry of the gate is built out of 10 large square shapes, in each one the perspective view of the scene breaking through, either represented in a natural environment or delimitated by a built artificial space. This work of art expresses the new Renaissance vision of the world and of history with such strength that has gain itself the name of “Gates of Paradise”. This is the reason why the Florentine (moved the gate by Andrea Pisano on the South side) wanted the gate in the center of the square, facing the Cathedral. There, its copy remains admired by thousands of tourists. But, useless to say, when closer to the original, inside the beautiful museum, one experiences an entirely different feeling.

Italiano

Il grande volume al piano terreno del rinnovato Museo dell’Opera del Duomo accoglie i visitatori al loro ingresso con una scenografia davvero suggestiva. Qui, dove un tempo esisteva l’importante “Teatro degli Intrepidi” poi andato distrutto, è riprodotta nell’allestimento odierno l’antica facciata arnolfiana del Duomo. Sul lato opposto del salone due porte originali del Battistero. Per motivi di conservazione, infatti, sulla piazza vengono via via collocate delle copie; l’unica originale ancora collocata all’esterno è quella verso via Calzaiuoli. Realizzata da Andrea Pisano negli anni ‘30 del Trecento, questa fu la prima porta bronzea del Battistero. La dimensione dell’opera, eccezionale per l’epoca, impegnò Andrea Pisano per almeno sei anni, durante i quali lo scultore si recò anche a Venezia per perfezionare le sue conoscenze sulla fusione del bronzo. La porta, commissionata dall’Arte di Calimala, ricca corporazione dei Mercanti, rappresenta la vita di S. Giovanni Battista e venne allora collocata sulla facciata rivolta verso la cattedrale.
Nel 1401 venne bandito un concorso per la costruzione della porta nord, verso l’attuale via Martelli. La prova consisteva nella realizzazione di una formella sul tema “il sacrificio di Isacco”. Vincitori ex-aequo risultarono Brunelleschi e un outsider: Lorenzo Ghiberti. Brunelleschi, tuttavia, impegnato nella costruzione della grande Cupola, rinunciò alla competizione. Con la collaborazione di artisti come Donatello e Masolino, la nuova porta, che rappresenta episodi della vita di Gesù, fu portata a termine da Ghiberti nell’arco di 24 anni ed inaugurata nel 1425. Il successo dell’opera fu tale che venne deciso immediatamente di sostituire anche l’ultima porta ancora in legno, affidando l’incarico nuovamente al Ghiberti.
Aiutato da Bernardo Cellini, Benozzo Gozzoli ed altri, Ghiberti lavorò alla porta per ben 25 anni. Il risultato fu assolutamente innovativo. Abbandonato il tradizionale schema con 28 formelle mistilinee, la geometria della porta è costituita da 10 grandi forme quadrate, in ciascuna delle quali irrompe la visione prospettica della scena, sia essa rappresentata in ambiente naturale, sia essa delimitata da uno spazio artificiale costruito. È la nuova visione rinascimentale del mondo e della storia che quest’opera esprime con tale forza da guadagnarsi il nome di “Porta del Paradiso”. Perciò i Fiorentini (spostata la porta di Andrea Pisano sul lato sud) la vollero al centro della piazza, di fronte alla Cattedrale. Là è tuttora ammirata, in copia, da migliaia di turisti. Ma, inutile dirlo, avvicinarsi all’originale all’interno del bellissimo museo è tutta un’altra emozione.