By Eugenio Giani –President of the Regional Council of Tuscany

A hundred and fifty-seven years ago, on April 27, 1859, the city of Florence experienced its own “peaceful revolution” taking back the Capital from the Grand Duchy of Tuscany, under Leopoldo II of Lorraine; and forming a provisory government which ruled Florence and Tuscany for almost a year, contributing to the eventual unification of Italy. Bartolommei-Buschetti Palace, in via Lambertesca n.11, is said to be the birthplace of the reform, from where the Marquise Ferdinando Bartolommei, paved the way of the “revolution without bloodshed” and the subsequent ousting of Leopoldo II from the city.

Ritratto di Ferdinando Bartolommei Istituto Centrale per la Storia del Risorgimento / Sezione Iconografica
Ritratto di Ferdinando Bartolommei
Istituto Centrale per la Storia del Risorgimento / Sezione Iconografica

Bartolommei, at the time of these events, was a key figure in the prevalent “National Society” party, an expression of the enlightened bourgeois that pulled towards the unification of Italy, and a true generation of the ruling class which had cultivated the ideals of the Risorgimento from the pre-unification States. It is, therefore, important to remember this breakthrough as testimony of one of the most authentic souls of the Italian unification movement. Bartolommei, was subsequently appointed as the new mayor, a so called Gonfaloniere to lead the city, and he maintained the position until 1864, right up to the moment Florence became the capital of Italy; eventually paying too high a price for the privilege, following his arrest in the later years of the Grand Duchy. In July of 1859 he became one of the founders of the newspaper La Nazione, deputy of Assembly of Representatives of Tuscany, in August 1859; and deputy of the Montecatini to the VII legislature in the following year. In May 1860, he went to Turin and began to work actively for the reconstructed National Society and to send aid for the expedition of the Mille. Nominated as senator in 1862, he couldn’t participate as an active member at the assembly; and he died in Florence on June 15th, 1869. There are numerous places in Florence that remind us of the protagonists of that historic day, among which the same street XXVII Aprile, or Piazza Indipendenza with the statues of Ricasoli and Peruzzi, also Piazza San Lorenzo, the headquarters of the democratic Giuseppe Dolfi.
At the Council meeting held on April 7th 2015, the no. 2 Resolution determined, in addition to the institutional initiatives of the Regional Council, the celebration of Tuscany’s Independence should include April 27th. And so, on this occasion, celebratory events will be proposed in the whole region, aimed to involve the citizens. As President, I intend to promote the solemn session of the Regional Council on that day. Knowing and promoting our history is the first step towards a better future.

Centocinquantasette anni fa, il 27 aprile 1859, la città di Firenze viveva la sua “rivoluzione pacifica” con la partenza, dalla Capitale del Granducato di Toscana, di Leopoldo II dei Lorena. Si costituì allora un governo provvisorio che guidò Firenze e la Toscana per quasi un anno, contribuendo all’Unità d’Italia. In città uno dei luoghi della memoria storica di quell’avvenimento è sicuramente in via Lambertesca n.11, il Palazzo Bartolommei-Buschetti, dove il marchese Ferdinando Bartolommei preparò la “rivoluzione” senza spargimento di sangue, che portò poi all’uscita di scena del Granduca Leopoldo da Firenze, il 27 aprile di 157 anni fa. Allora la scelta fu quella di affidare ad un sindaco nuovo, all’epoca detto Gonfaloniere, il compito di guidare la città. Quell’uomo, Bartolommei, guidò Firenze fino al momento nel quale diventò capitale d’Italia pagando un caro prezzo di persona, visto che negli ultimi anni del Granducato era stato persino arrestato. Bartolommei, un uomo chiave di quelle vicende, guidava un partito, la “Società nazionale”, diffusa in Italia ed espressione della borghesia illuminata, che traghettò all’unità d’Italia una vera e propria generazione di classe dirigente, che dagli Stati preunitari aveva coltivato gli ideali risorgimentali. È quindi doveroso ricordarlo per questa svolta che testimonia una delle anime più autentiche del Risorgimento italiano. Bartolommei, nominato dopo la rivoluzione, Gonfaloniere di Firenze, conservò la carica fino al 1864 e fu nel luglio del 1859, tra i fondatori del giornale La Nazione, deputato all’Assemblea dei rappresentanti della Toscana nell’agosto del 1859 e l’anno seguente deputato di Montecatini alla VII legislatura. Nel maggio 1860 si recò a Torino e riprese a lavorare attivamente per la ricostituita Società nazionale e per l’invio di aiuti alla spedizione dei Mille. Nominato senatore nel 1862, non poté partecipare attivamente ai lavori dell’assemblea. Morì a Firenze il 15 giugno 1869. Sono numerosi i luoghi che a Firenze ci ricordano i protagonisti di quella giornata storica, tra cui la stessa via XXVII aprile, oppure Piazza Indipendenza con le statue di Ricasoli e Peruzzi, ma anche Piazza San Lorenzo sede del forno del democratico mazziniano Giuseppe Dolfi. Con il 2016, il 27 aprile è diventato a tutti gli effetti un giorno di festa per i toscani. Nella seduta del Consiglio del 7 luglio 2015, con Risoluzione n. 2, è stato deciso di introdurre, ad integrazione delle iniziative istituzionali del Consiglio regionale, la ricorrenza dell’Indipendenza della Toscana. Per l’occasione quindi, su tutto il territorio regionale saranno proposti eventi celebrativi e volti a coinvolgere i cittadini. Come Presidente, in quel giorno, ho inteso promuovere la seduta solenne del Consiglio regionale. Conoscere e promuovere la nostra storia è il primo passo verso un futuro migliore!