By Cosimo Ceccuti- Chairman of the Fondazione Spadolini

How did our country look like in the years of reconstruction after World War II and then after the “economic miracle”? We find ourselves flipping through family albums, like the illustrated periodicals that were issued back then, from the Illustrazione italiana, of the nineteenth century, to Epoca, the periodical of Alberto Mondadori, first issued on October 14th, 1950, dedicated to the common folk, having the goal to answer their questions. It started with the cover, showing the face of an anonymous, absolutely normal girl.

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Here is the explanation found next to the photo: “Dear reader, who cares about her name? She is Italian, a common Italian girl. She is not a diva and could never be. She lives a modest, working life. Her maiden name can be found in the population records of Milan and in the staff records of a large company. It can also be found in the report of one of our correspondents who followed her on one of her happiest days. Many Italian girls can recognize themselves in her with sympathy: the more ambitious ones will discover that kindness and simplicity are the more lasting attributes of beauty. Something that will never go out of style”. “Liliana, Italian girl” says the report – a Sunday spent on the Como Lake in the company of a friend – accompanied by numerous images depicting moments from a normal life. Any reader could identify themselves with the girl: those whose house was destroyed by bombs like Liliana’s; with an unemployed father; with a mother who had an insecure doorman position. As for her, employed in the Motta ice cream shop, found under the gates of Duomo’s square.

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In that first issue and following ones was granted an ample space to the voice of the readers in the column “Italia domanda” (Italy asks). The answers were entrusted, based on the content, to prestigious names such as Umberto Saba, Indro Montanelli, Carlo Carrà, Giulio Andreotti, Michelangelo Antonioni, Elio Vittorini, Giuseppe Ungaretti, Piero Calamandrei, Piero Bargellini, Father Davide M. Turoldo… The issue does not lack in politics, with the column “Affari interni” (Internal affairs) assigned to the voice of the twenty-five year old Giovanni Spadolini and “Affari esteri” (External affairs) assigned to Augusto Guerriero. And the great research work, images of exotic countries, the making of the neorealist film entrusted to Vittorio De Sica. And then the pages dedicated to culture, science, and design. Week after week daily experiences from Italy and the world are relived through events and history. This experience can be accessed freely through the complete collection of Epoca (from 1950 to 1973) available to readers in the Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in Pian dei Giullari street, 36/A (info: www.nuovaantologia.it), together with Panorama (from 1962 to 1969), Illustrazione italiana (from 1874 to 1943 and then from 1958 to 1962). Epoca, a particular engraving compared with others, coated and alluring, animated by the need to “modernize” the tastes and mentalities of the common Italian, not yet touched by the television effect: a weekly magazine of a country that sought to become European.

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Come eravamo negli anni della ricostruzione del secondo dopoguerra e poi del “miracolo economico”? Ci ritroviamo sfogliando qualche album di famiglia, come i periodici illustrati che uscivano allora, dall’Illustrazione italiana, di ottocentesca memoria, a Epoca, il periodico di Alberto Mondadori, iniziato appunto il 14 ottobre 1950, con l’obiettivo di rispondere alle domande della gente comune, cui il periodico era dedicato. A cominciare dalla copertina, col volto di un’anonima ragazza assolutamente normale. Ecco la spiegazione accanto alla foto. “Lettore che importa il suo nome? È un’italiana, una ragazza italiana comune. Non è una diva e non potrebbe esserlo. Vive una vita modesta, di lavoro. Il suo nome di signorina è nei registri dell’anagrafe di Milano e nei libri del personale di una grande ditta. È anche nel testo del servizio di un nostro inviato che l’ha seguita durante un giorno di felicità. In lei tante altre ragazze italiane si riconosceranno con simpatia: le più ambiziose scopriranno che la gentilezza e la semplicità sono gli attributi più durevoli della bellezza. Non passano mai di moda”.
“Liliana ragazza italiana” è il titolo del servizio – una giornata domenicale trascorsa sul lago di Como in compagnia di un amico – corredato da numerose immagini fotografiche ritraenti momenti di vita normale. Ogni lettore o lettrice poteva riconoscersi: chi come Liliana ha avuto la casa distrutta dalle bombe; il padre disoccupato; la madre con un precario incarico di portiera. E lei commessa al chiosco dei gelati del negozio Motta sotto i portici di piazza del Duomo. Ampio spazio, in quel primo numero e nei successivi, alla voce dei lettori, nella rubrica “Italia domanda”.

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Le risposte affidate, a seconda dei contenuti, a firme prestigiose quali quelle di Umberto Saba, Indro Montanelli, Carlo Carrà, Giulio Andreotti, Michelangelo Antonioni, Elio Vittorini, Giuseppe Ungaretti, Piero Calamandrei, Piero Bargellini, padre Davide M. Turoldo…
Non manca la politica, con la rubrica “Affari interni” affidata al comento del venticinquenne Giovanni Spadolini e “Affari esteri” a quello di Augusto Guerriero. E le grandi inchieste, le immagini dei paesi esotici, la realizzazione di film del neorealismo affidati a Vittorio De Sica. E poi le pagine dedicate alla cultura, alla scienza, ai fatti di costume. Di settimana in settimana si rivivono le vicende quotidiane in Italia e nel mondo fra cronaca e storia. Si può farlo liberamente con la raccolta completa di Epoca (dal 1950 al 1973) messa a disposizione dei lettori nei locali della Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in via Pian dei Giullari 36/A (info: www.nuovaantologia.it), insieme a Panorama (dal 1962 al 1969), all’Illustrazione italiana (dal 1874 al 1943 e poi dal 1958 al 1962), alle gustose copertine della Domenica del Corriere (dal 1899 al 1958 e dal 1969 al 1975). Epoca: un rotocalco particolare rispetto agli altri, patinato e invitante, animato dalla esigenza di “svecchiare” gusti e mentalità dell’italiano medio, non ancora toccato dalla televisione: il settimanale di un Paese che mirava a diventare europeo.