By Linda Falcone – Director of Advancing Women Artists Foundation

In 1966, flooded paintings were ‘hospitalized’ in the ancient Medici greenhouse at Pitti’s Limonaia and experts watched in horror as waterlogged works shrunk before their very eyes. Zeffirelli’s on-location film Per Firenze documented the disaster and it was ‘Per Firenze’ that artists from all over the globe gifted their works to “replace” the 14,000 paintings and sculptures lost in the deluge. The international appeal was answered by myriad female artists from Carla Accardi and Titina Maselli, to Daphne Maugham Casorati, Edita Broglio and Antonietta Raphael Mafai.

La restauratrice Rossella Lari al lavoro su Camion di Titina Maselli

For the flood’s fiftieth anniversary, the Advancing Women Artists Foundation, an organization dedicated to researching, restoring and exhibiting works by women in Florence’s museums, churches and storehouses will continue its efforts to safeguard these lesser-known Florentine treasures. And with November 4 soon in sight, we’re planning a maintenance project with Florence’s Museo Novecento that will feature ten more paintings by women from the city’s ‘Artists for Florence’ collection.
The recent lecture series “Women in the Art World and the Flood of 1966” at Santa Croce’s Cappella de’ Pazzi honored these artists in addition to the innumerable women, whether museum executives, mud angels or restorers, who played a prime role during those dire days. The 1966 flood engendered lasting effects for Florentine art and culture. Women museum executives – who had climbed through windows and waded waist-deep in the mire – took their place at the forefront of flood relief efforts. Restoration, until then a man’s profession, became increasingly accessible to women. Ghiberti’s doors of Paradise were not the only doors the flood ripped open.

Nel 1966 a Firenze i dipinti alluvionati vennero “ricoverati”, come pazienti in un ospedale, nell’antica serra medicea presso la Limonaia di Palazzo Pitti. In quelle tragiche ore, gli esperti non potevano che restare a guardare, sgomenti, le opere intrise d’acqua che si restringevano sotto i loro occhi. Il film-documentario di Franco Zeffirelli, “Per Firenze”, testimoniò il disastro, e fu ‘per Firenze’ che artisti da tutto il mondo offrirono le loro opere a simbolica sostituzione dei 14.000 dipinti e sculture persi nell’alluvione. All’appello internazionale risposero molte artiste donne, da Carla Accardi e Titina Maselli a Daphne Maugham Casorati, Edita Broglio e Antonietta Raphael Mafai. Per il cinquantesimo anniversario dell’alluvione la Fondazione Advancing Women Artists, un’organizzazione dedita alla ricerca, al restauro e all’esibizione di opere ‘al femminile’ conservate nei musei, nelle chiese e nei depositi fiorentini, continuerà nel suo impegno di salvaguardare questi tesori poco conosciuti. Dopo una serie di interventi conservativi già completati, in vista del 4 novembre è in programma un progetto di manutenzione, in collaborazione con il Museo Novecento, che coinvolgerà altri dieci dipinti di artiste donne della collezione fiorentina “Gli artisti per Firenze”. Il recente ciclo di conferenze “Le donne nel mondo dell’arte e l’alluvione del 1966” alla Cappella de’ Pazzi di Santa Croce ha reso onore a queste artiste e con loro a innumerevoli donne, tra amministratori museali, angeli del fango e restauratrici, che ebbero un ruolo di massimo rilievo durante quei giorni difficili. L’alluvione del 1966 ha generato cambiamenti profondi nell’arte e nella cultura fiorentina: dirigenti e amministratrici dei musei non esitarono a scavalcare finestre e ad immergersi nel fango fino alla vita, occupando un posto di prima linea nelle operazioni di salvataggio e di recupero. Il restauro, fino ad allora una professione tipicamente ‘maschile’, diventò sempre più accessibile alle donne. La Porta del Paradiso del Ghiberti non è stata l’unica porta che la furia delle acque, in quel novembre del 1966, ha spalancato.

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