Le installazioni di Liu RUOWANG, sia quelle i cui soggetti sono lupi (piu di 140 i lupi realizzati in ferro, con dimensione di più di 2 o 3 metri), sia le suggestive gorillerealizzate in bronzo, alte più di 4 metri, caratterizzano l’Edizione 2016 di NORDART, in Germania.

NORDART è una delle più grandi mostre di arte contemporanea in Europa, che raccoglie tutti gli aspetti delle arti visive nel contesto suggestivo dell’ex fonderia Carlshutte. “Quanto le ho viste per la prima volta a Pechino ho pensato che questo artista fosse il nuovo Michelangelo, un artista coraggioso, uno che ha la forza di tramutare un grande sogno in realtà” afferma l’amico e collega Alfred Mirashi Milot, l’artista italo-albanese vincitore del Premio Arte Roma, il concorso internazionale curato da Amedeo Demitry presso lo Stadio di Domiziano a Roma, che prosegue “lo hanno votato piu del 95% delle migliaia di visitatori da tutto il mondo ed anche io non avevo dubbi che avrebbe vinto questo premio prestigioso che andrà a ritirare tra pocchi giorni“.

Il Prof. Francesco Mazzeo Gallo, uno dei più importanti critici italiani commenta così il formidale lavoro di LIU RUO WANG.

LIU RUO WANG
“MONDO DOMANI”

Il giorno dopo, dopo che noi, diventati troppi, possiamo essere diventati niente, spariti dalla faccia di una terra che diventerà dominio d’altri – di archeologie del passato, dei nostri fasti e nefasti – e dei tanti animali che, dopo avere sopportato le nostre attenzioni, le nostre aree riservate, i nostri zoo, si prenderanno in mano tutto per fare una grande prateria, là dove c’erano i giardini, là dove c’erano le scuole e le università, inneggiando in grandi parate, che sono metafora di quelle che abbiamo fatto noi e di cui ci siamo stancati, perché è meglio avere cuori gentili e canti d’amore che voci tonanti. [Nelle opere di Liu Ruo Wang] Lupi dal fare non proprio tranquillizzante vengono riuniti in una grande assemblea, quasi speculari ai grandi gorilla che rivolgono gli sguardi al cielo, in un incedere lento ed inesorabile. Si tratta di uno sguardo duplice, da un lato alla tradizione del mondo, che ricorda l’albo d’oro della grande creatività artistica, mentre la poetica è tutta nostra, senza nessuna caduta nel sentimentalismo e nel mitologismo e tutto è dettato dalla modernità, dall’incertezza, dalla voglia di fare, di indovinare dove porterà la curva del futuro.

Certo, visto dalla Cina il mondo si mostra in un suo modo speciale, che è quello di una storia della pittura, della scultura, dell’architettura che è confacente ad una visione della vita dominata dal sublime, dal grande che tende al più grande e il più grande ad infinito. Per cui questi assembramenti sono le estrinsecazioni di un michelangiolismo endemico dell’animo umano, del fare grande, del fare bene, del guardarsi allo specchio ed in esso ritrovarsi, con i grandi spiriti che fondano il mondo.

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