Tutela, fruizione e valorizzazione dei beni culturali Gli obiettivi chiave di Giovanni Spadolini tornano oggi di concreta attualità

Dal 4 agosto di quest’anno la Sala grande del Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, è intestata a Giovanni Spadolini, ventidue anni dopo la sua scomparsa. Spadolini fu il fondatore del Ministero, costituito per decreto legge nel dicembre 1974, dal governo presieduto da Aldo Moro. Oltre che dare l’assetto giuridico-organizzativo al nuovo Ministero, si trattava di far fronte con assoluta scarsità di mezzi allo sfascio del patrimonio nazionale dei beni culturali e ambientali. Spadolini, storico e giornalista, in Parlamento da soli due anni, dotato di straordinarie doti e conoscenze culturali, impegnò tutto se stesso nel porre la questione dei beni culturali al centro della vita politica e civile italiana: sollevò energie, pubbliche e private, sensibilizzò la gente comune, approfittò di ogni occasione per porre il degrado e lo sfacelo del nostro patrimonio all’attenzione generale. Le denunce autorevoli di Giulio Einaudi e Giulio Carlo Argan servirono ad avviare il recupero di bellezze artistico-naturali, come la Reggia di Venaria Reale e il suo parco in Piemonte, ridotta ad una selva impraticabile, o come la costa amalfitana deturpata dagli abusivi eco-mostri in cemento.
Le polemiche sulla stampa con gli amici Antonio Cederna e Renato Guttuso scossero i sentimenti della pubblica opinione; l’emozione per il clamoroso furto di Urbino dei capolavori di Piero Della Francesca (recuperati dai Carabinieri un anno dopo) consentì a Spadolini di far approvare dal Parlamento le leggi per installare i sistemi di allarme nei musei, incrementare l’organico dei custodi, assicurare il funzionamento della Biblioteca Nazionale di Roma.
Le voci di una possibile vendita della chiesa romana di Sant’Agnese in Agone ad un privato (un americano aveva chiesto addirittura il Colosseo!) consentirono a Spadolini di fissare i limiti dell’intervento dei privati: contributi per donazioni o recupero di opere d’arte sì (magari con agevolazioni fiscali come nel sistema statunitense, si pensi oggi all’Art bonus), ma intervento tecnico esclusivamente affidato agli esperti del Ministero.
Anche Firenze, la “patria dell’anima” di Spadolini, città della nascita e degli affetti più cari, si avvalse della positiva frenesia dell’attivissimo Ministro: si pensi alle ricorrenze centenarie di Michelangelo, alla rivalutazione dell’arte dei Macchiaioli con la mostra al Gran Palais di Parigi, al recupero degli scantinati della Basilica di San Miniato al Monte, risalente all’anno Mille, e al consolidamento della collina su cui poggia la meravigliosa basilica dei monaci olivetani.
Non è stata solo una celebrazione, quella di Roma. Lo scoprimento della targa da parte dell’attuale Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini è stato preceduto da un convegno nel corso del quale alcuni fra i maggiori esperti hanno ripercorso la storia del Ministero dalla fondazione ad oggi. Illustrando le linee direttive della sua politica di profondo rinnovamento strutturale del Ministero, Franceschini ha sottolineato nel suo intervento l’attualità dei principi che ispirarono oltre quarant’anni fa l’impegno e l’opera del fondatore. “Il ricordo della straordinaria figura di Giovanni Spadolini è ora perenne”, ha dichiarato il Ministro Franceschini poco prima di scoprire la targa al termine della cerimonia. “Tuttavia, parafrasando Adorno, non si tratta di conservare il passato ma di mantenere le promesse. Il nostro impegno pertanto è quello di proseguire sulla strada da lui tracciata oltre quarant’anni fa, rinnovando il forte legame tra educazione e beni culturali, portando avanti la riforma del sistema museale italiano e continuando a investire nella tutela del patrimonio culturale, che grazie all’Art bonus gode ora di importanti investimenti privati, arrivati a oltre cento milioni da parte di più di tremila donatori”.
English
Starting with August 4th this year the big hall of the Collegio Romano, headquarters of the National Ministry of Heritage, Tourism and Cultural Activities is dedicated to Giovanni Spadolini, twenty two years after his disappearance. Spadolini was the founder of the Ministry, constituted due to the law decree of December 1974 by the government presided by Aldo Moro. In addition to giving the legal and organizational structure to the new Ministry, there was also the issue of facing the demolition of national heritage, cultural and environmental assets with a major lack of resources. Spadolini, historian and journalist, member of the Parliament for only two years, gifted with extraordinary skills and cultural knowledge, committed himself entirely to address the issue of the cultural heritage to the political and civilian life scene: he gathered public and private energies, sensitized the common folk, took advantage of every opportunity to address the matter of degradation and decay of our heritage to the general attention. The influential reports of Giulio Einaudi and Giulio Carlo Argan served to begin the recovery of artistic-natural beauties, such as Reggia di Venaria Reale and its park in Piemonte, reduced to an impassible jungle, or the Amalfi coast, disfigured by the abusive eco-monsters in cement. The controversy created in the press with friends such as Antonio Cederna and Renato Guttuso shook the public opinion’s feelings; the commotion created by the resounding theft in Urbino of masterpieces by Piero Della Francesca (recovered by the Police a year later) convinced Spadolini to present to the Parliament for approval, laws to install alarm systems in museums, increase the employment of caretakers, ensure the functionality of the National Library in Rome.
The rumors about a possible sale of the roman church of Sant’Agnese in Agone to a private (an American wanted to buy even the Colosseum!) allowed Spadolini to impose the limits of private interventions: yes to contributions for donations or the recovery of works of art (maybe even with tax advantages like in the American system, like the Art bonus today), but the technical intervention had to be exclusively entrusted to the experts from the Ministry.
Even Florence, the “home of Spadolini’s soul”, the city where he was born and where his most loved ones lived, also benefited from the positive frenzy of the Minister’s activism: if we think about the centenary celebrations of Michelangelo, to the reassessment of Macchiaioli’s art with the exhibit at the Gran Palais in Paris, to the recovery of the basement of the San Miniato Basilica, dating back to the year one thousand, and to the consolidation of the hill on which lay the beautiful church of the Olivetan monks.
The celebration in Rome wasn’t just a celebration. The unveiling of the plaque realized by the current Minister of Heritage Dario Franceschini has been preceded by a meeting during which some of the greatest experts have traced the history of the Ministry from foundation until present day. Illustrating the guidelines of his political views on the structural renovation of the Ministry, Franceschini has outlined during his speech the relevant principles that more than forty years ago inspired the commitment and work of its founder. “The memory of the great Giovanni Spadolini is now perennial” declared Minister Franceschini a few moments before the unveiling of the plaque towards the end of the ceremony. “Therefore our commitment is that of following the path that he has traced more than forty years ago, the strong connection between education and heritage, moving forward with the reform of the Italian museum system and continuing to invest in the preservation of our cultural heritage, which thanks to Art bonus now enjoys significant private investments, reaching more than a hundred million from more than three thousand donors”.
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