Florence has always been considered the cradle of Renaissance: however few remember that at the beginning of the twentieth century, for a short period, the city has seen the presence of the most revolutionary Italian artistic movement era, the Futurism.

This avant-garde movement, founded by Filippo Tommaso Marinetti in February 20th, 1909, with the Manifest published in Paris, wants to combat the cultural traditionalism, called by the futurists “passatismo”, through any form of provocation and sees the participation, among others, of painters Umberto Boccioni, Carlo Carrà and Luigi Russolo in Milan, of Gino Severini in Paris, of Giacomo Balla in Rome. In the vibrant atmosphere of the beginning of the century, the young writers and artists in Florence gather in the center of the city in coffee shops where they passionately discuss about cultural novelties that arrive mostly from Paris.

Among the many, Giovanni Papini, founder of the notable magazine “La Voce” (published between 1908 and 1916) together with Giuseppe Prezzolini and painter Ardendo Soffici, who lived in France between 1900 and 1907; they met at Gambrinus and at the Giubbe Rosse in the current Piazza della Repubblica. On June 22nd 1911, Soffici publishes in “La Voce” an article entitled “Arte libera e pittura futurista” (Free art and futuristic painting) which is a fierce criticism of the ongoing exhibition of futuristic works in Milan. The reaction was quick to appear: on June 29th 1911, Marinetti, Boccioni, Carrà and Russolo come to Florence and search for the Florentines at Giubbe Rosse; after a slap a fight starts which ends temporarily at the police station. The following day, on their way back to Milan, the Milanese futurists are taken by surprise by a group from “La Voce” who waited for them at the train station: another fight starts which ends at the police station again. But now the unimaginable happens: here the Florentine and Milanese futurists find a way to communicate and give birth to the Florentine futurism.

In 1913 in Florence, in an atmosphere of cooperation created between the two groups, a new magazine called “Lacerba” is designed, a new futuristic painting exhibit is organized, and “a futuristic evening” is presented at Teatro Verdi: with this occasion the public welcomes the futurists by throwing rotten fruit and vegetables at them. However this union doesn’t last long and with the article by Soffici and Papini published on December 1st 1914, “Lacerba, il futurism e Lacerba” (Lacerba, futurism and Lacerba) in the magazine with the same name, the curtain drops on this fundamental experience for the Italian culture. With the outbreak of World War I, “Lacerba” concludes its publications on May 22nd 1915. During the following years there will be discussions about Futurism in Florence but without the protagonists of the previous days of glory.

Italiano

Firenze è sempre considerata la culla del Rinascimento: pochi ricordano però che all’inizio del Novecento la città ha visto per un breve periodo la presenza del movimento artistico italiano più rivoluzionario dell’epoca, il Futurismo. Questo movimento d’avanguardia, fondato da Filippo Tommaso Marinetti il 20 febbraio 1909 con il Manifesto pubblicato a Parigi, vuole combattere il tradizionalismo culturale, dai futuristi chiamato “passatismo” attraverso ogni forma di provocazione e vede la partecipazione tra gli altri dei pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo a Milano, di Gino Severini a Parigi, di Giacomo Balla a Roma. Nel clima effervescente di inizio secolo i giovani letterati e artisti a Firenze si riuniscono nei caffè del centro e in questi luoghi discutono animatamente le novità culturali che arrivano per lo più da Parigi.
Tra i tanti Giovanni Papini, fondatore con Giuseppe Prezzolini dell’importante rivista “La Voce” (edita dal 1908 al 1916) e il pittore Ardendo Soffici, che aveva vissuto in Francia dal 1900 al 1907, i quali si ritrovano soprattutto al Gambrinus e alle Giubbe Rosse nell’attuale piazza della Repubblica. Il 22 giugno 1911 Soffici pubblica su “La Voce” un articolo intitolato “Arte libera e pittura futurista” che è una violenta stroncatura della mostra di opere futuriste in corso a Milano. La reazione non si fa aspettare: il 29 giugno 1911 Marinetti, Boccioni, Carrà e Russolo giungono a Firenze e vanno a cercare i fiorentini alle Giubbe Rosse; dopo uno schiaffo inizia una rissa che si conclude temporaneamente in commissariato di polizia. Il giorno dopo, ormai sul cammino del ritorno a Milano, i futuristi milanesi vengono sorpresi da un gruppo de “La Voce” che li sta aspettando alla stazione ferroviaria: inizia un’altra rissa che termina nuovamente in commissariato. Adesso però accade l’inimmaginabile: in questo luogo i milanesi e i fiorentini trovano il modo di dialogare e danno vita al futurismo fiorentino. Nel 1913 a Firenze, nel clima di collaborazione creato tra i due gruppi, viene creata una nuova rivista di nome “Lacerba”, viene organizzata una mostra di pittura futurista, viene presentata una “serata futurista” al Teatro Verdi: in questa occasione il pubblico accoglie i futuristi lanciando frutta marcia e ortaggi. Questo connubio però non dura a lungo e, con l’articolo di Soffici e Papini del 1 dicembre 1914 “Lacerba, il futurismo e Lacerba” pubblicato sull’omonima rivista, cala il sipario su questa esperienza fondamentale per la cultura italiana.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale “Lacerba” conclude le sue pubblicazioni il 22 maggio 1915. Negli anni a venire si riparlerà ancora a Firenze di Futurismo ma ormai senza i protagonisti del primo glorioso periodo.