An exhibit with a strong symbolic value, La tutela tricolore. I custodi dell’identità culturale, in the Magliabechiana Aula of Uffizi Gallery, celebrates the fundamental role carried out by the Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri – unique case in the world of a police force specializing in the protection and recovery of our cultural assets – causes multiple reflections on our identity and on those who are the defenders of it.

This is not just a simple narrative of historic events that have involved and damaged our heritage and of legislative and institutional measures to protect and preserve it, but a reflection “on the role that public art plays in the community and specific strategies that have developed in the Italian system, since World War II onwards, for its protection and its recovery” says Eike Schmidt, director of the Uffizi Gallery. In a setting such as the Uffizi, which is not only the highest expression of our artistic heritage, but is itself a symbol of an insulted heritage and injured identity at the hands of a terrorist mafia attack which on May 27th, 1993 struck the Accademia dei Georgofili and severely destroyed and damaged the works located in the adjoining wing of the Uffizi, this exhibit has even more meaning.

The exhibit, directed and curated by Eike Schmidt, with Fabrizio Paolucci, Daniela Parenti and Francesca De Luca, is divided into eight sections which recounts the crimes committed against our heritage, from those of war to terrorist ones, the theft with the purpose of profit, the illegal excavations resulting in illegal exports and the meritorious work of the Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri (Command of the Carabinieri for Cultural Heritage Protection) for protecting our artistic and cultural heritage, “a valuable asset that belongs to the entire humanity and must be preserved and transmitted to the next generations in its integrity”, said Dario Franceschini, Minister of goods and cultural activities and tourism.

Much attention is paid to the action of Rodolfo Siviero, the plenipotentiary minister who, appointed by De Gasperi, in 1946, successfully directed a diplomatic mission to the German Government in order to obtain recognition of a principle of legitimate return of Italian works that were stolen during the last world war. Among these are the Labors of Hercules by Antonio Pollaiolo, the Madonna and Child by Masaccio, Avarice by Francesco Furini, the Pygmalion and Galatea by Bronzino, Portrait of young woman from the Emiliana school.
Siviero had also created a glossary of what has been stolen during the Second World War and even today, thanks to the constant activity of the Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, the work to recover these works of art is still being done. An exhibit of the recovered works of art (paintings, sculptures, jewelry, archaeological finds…), some of them never seen before in Italy and returned specifically for the exhibit, illustrates the progress made in almost fifty years of activity of the Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, the virtuous behavior of ordinary citizens protagonists in important discoveries, the wars that devastate artistic heritage belonging to all mankind, the fury of terrorism against the symbols of ancient civilizations, the calamities that threaten cultural patrimony.

The exposure of the Palmira funerary stone represents a symbol of the ongoing wars, where the “Caschi blu della cultura” (Blue helmets of culture) have gone into action which are “an absolute novelty in the international arena, able to operate in order to protect the cultural heritage in situations of crisis or of natural disasters abroad, on UNESCO’s request or other individual States, or on the national territory, as it happened at the recent earthquake from Central Italy at the disposition of the Ministry” states Tullio del Sette, General commander of the Carabinieri Command.

Free entrance until February 14th

Italiano

Una mostra dal valore fortemente simbolico, La tutela tricolore. I custodi dell’identità culturale, nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi, celebra il ruolo fondamentale svolto dal Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri – caso unico al mondo di un corpo di polizia specializzato nella difesa e nel recupero dei nostri beni culturali – e suscita molteplici riflessioni legate alla nostra identità ed a coloro che ne sono i difensori. Non si tratta di una semplice narrazione degli avvenimenti storici che hanno coinvolto e danneggiato il nostro patrimonio culturale e delle azioni legislative e istituzionali intraprese per proteggerlo e custodirlo, ma una riflessione “sul ruolo che l’arte pubblica riveste per la collettività e sulle strategie specifiche che si sono sviluppate nel sistema italiano, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, per la sua protezione e il suo recupero”, afferma Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi. In una sede come quella degli Uffizi, che non è solo una delle massime espressioni del nostro patrimonio artistico, ma è essa stessa simbolo del patrimonio oltraggiato e dell’identità ferita per mano di un attacco terroristico di stampo mafioso che il 27 maggio 1993 colpì l’Accademia dei Georgofili e distrusse e danneggiò gravemente le opere situate nella contigua ala degli Uffizi, questa mostra ha ancor più significato.

L’esposizione, diretta e curata da Eike Schmidt, con Fabrizio Paolucci, Daniela Parenti e Francesca De Luca, si articola in otto sezioni che raccontano i crimini compiuti contro il nostro patrimonio, da quelli di guerra a quelli terroristici, i furti con scopo di lucro, gli scavi clandestini con le conseguenti esportazioni illecite e l’opera meritoria del Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri nella tutela del nostro patrimonio artistico e culturale, “un bene prezioso che appartiene all’intera umanità e deve essere salvaguardato e trasmesso alle prossime generazioni nella sua integrità”, ha sottolineato Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Masaccio, Madonna col Bambino
1426 circa, Firenze, Gallerie degli Uffizi

Molta attenzione è rivolta all’azione di Rodolfo Siviero, il ministro plenipotenziario che, su nomina di De Gasperi, nel 1946 diresse con successo una missione diplomatica presso il governo tedesco allo scopo di ottenere il riconoscimento di un principio di legittima restituzione delle opere italiane che erano state trafugate nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Tra queste le Fatiche di Ercole di Antonio Pollaiolo, la Madonna col Bambino di Masaccio, l’Avarizia di Francesco Furini, il Pigmalione e Galatea di Bronzino, il Ritratto di giovane donna di scuola emiliana. Siviero aveva anche realizzato un repertorio di quanto è stato trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale e ancora oggi, grazie alla costante attività del Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, continua il recupero di queste opere.

Una rassegna di opere d’arte recuperate (dipinti, sculture, gioielli, reperti archeologici…), alcune ancora mai viste in Italia e rientrate appositamente per l’esposizione, illustra il cammino compiuto in quasi cinquant’anni di attività del Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, i comportamenti virtuosi di comuni cittadini protagonisti di importanti ritrovamenti, le guerre che devastano patrimoni artistici appartenenti all’intera umanità, l’accanimento del terrorismo contro i simboli di antiche civiltà, le calamità che mettono a rischio il patrimonio culturale. L’esposizione della stele funeraria di Palmira rappresenta un simbolo delle guerre in corso, dove sono entrati in azione i “Caschi blu della cultura” che sono “una novità assoluta in ambito internazionale, in grado di operare per la protezione del patrimonio culturale in situazioni di crisi o di calamità naturali all’estero, su richiesta dell’UNESCO o dei singoli Stati, oppure sul territorio nazionale, come avvenuto in occasione del recente terremoto del Centro Italia su disposizione del Ministero”, afferma Tullio del Sette, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Fino al 14 febbraio, ingresso gratuito