Cari fiorentini, cari amici, questo 2017 vogliamo che sia l’anno di Santa Maria Novella. L’ex caserma Mameli di piazza della Stazione è tornata definitivamente nella disponibilità del Comune, dopo il trasferimento della Scuola Marescialli e Brigadieri a Castello. Adesso la sfida vera sarà ridare vita e contenuti a oltre 20 mila metri quadrati di spazio e arte nel pieno centro storico della città. La nostra idea è anzitutto quella di creare il grande museo di Santa Maria Novella, allargando il complesso odierno che comprende la basilica e la parte dei chiostri sul retro.

Jeff Koons, photo courtesy Claudio Fantuzzi

Ne faranno così parte scrigni finora celati, come il Chiostro grande, che ospita un ciclo di affreschi dipinti nel Cinquecento dai maggiori pittori dell’Accademia fiorentina tra i quali Alessandro Allori, Santi di Tito e il Poccetti; il maestoso Dormitorio, con un ambiente spartito da due sequenze di snelli pilastri che sostengono volte a crociera; e la Cappella dei Papi con la celeberrima lunetta con la Veronica del Pontormo. Vorremmo sfruttare parte dei nuovi spazi anche per farne un nuovo centro per la promozione della cultura scientifica e tecnologica, abbiamo già aperto un bando internazionale: il futuro è aperto. Ma Firenze non è solo musei al “chiuso” ma anche città d’arte diffusa e contemporanea. Da qualche anno ci stiamo confrontando più incisivamente con il contemporaneo, dalle arti visive alle grandi mostre, con l’obiettivo di fare di Firenze una capitale dell’arte pubblica contemporanea. Penso alla grande “tartaruga” di Jan Fabre, penso alle creazioni pop di Koons, agli alberi di Penone, alle sculture di Pesce. Artisti contemporanei che si sono confrontati con piazza della Signoria, il museo Novecento, piazza Santa Maria Novella, Forte di Belvedere. Non ci spaventa mettere a confronto tradizione e modernità. Del resto “traditio” in latino significa trasmettere, tramandare il patrimonio culturale nel tempo e fra le generazioni. Firenze non è malinconicamente legata al passato ma è sempre stata una città libera, anticonformista e contemporanea. E noi vogliamo confermare questa lungimiranza.

Santa Maria Novella, photo courtesy www.comune.fi.it

English

Dear Florentines, dear friends, we want 2017 to be the year of Santa Maria Novella. The former Mameli military barracks from the Stazione square is definitively at the disposition of the Municipality again, after the transfer from Marescialli and Brigadieri School in Castello. The real challenge now is to provide life and content to more than 20 thousand square meters of space and art in the historic center of the city. Our first idea is to enlarge the museum of Santa Maria Novella, widening today’s complex that includes the basilica and the cloisters part in the back. This way treasures hidden until now, can be part of it, such as the great Cloister, that hosts a series of paintings painted in the sixteenth century by famous painters of the Florentine Academy such as Alessandro Allori, Santi di Tito and Poccetti; the majestic Dormitorio, with a place divided in two sequences of slender pillars that support vaulted ceilings; and the Cappella dei Papi (The Chapel of Popes) with the famous bezel with Veronica del Pontormo. We would like to take advantage of the new space also in order to build a new center for the promotion of scientific and technologic culture; we already announced an international call for competition: the future is open. But Florence is not only “enclosed” museums but also a city of diffuse and contemporary art. For some years now we are faced more incisively with the contemporary, from visual arts to great exhibits, with the goal to make Florence a capital of contemporary public art. I think of the giant “turtle” of Jan Fabre, of the pop creations of Koons, of the trees of Penone, of the Pesce’ sculptures. Contemporary artists compared themselves with Piazza della Signoria, the Novecento Museum, with Piazza Santa Maria Novella and Forte di Belvedere. We are not afraid to place together tradition and modern. Moreover, “traditio” in Latin means to transmit, to pass on the cultural heritage in time and between generations. Florence is not melancholically tied to the past but has always been a free city, unconventional and contemporary. And we want to confirm this vision.