Nei pressi del Ponte del Pino, che attraversa la ferrovia collegando i quartieri di Via Masaccio e di Viale dei Mille, un giardino immerso nel frastuono e sopraelevato rispetto al passaggio dei treni, è caratterizzato da un unico arredo: una “fontana dei puttini”, che però per una volta, non presenta i classici putti fiorentini paffuti e riccioluti. L’immagine è invece alquanto strana: quattro piccoli bambini in bronzo che gattonano, uno sopra l’altro a formare una sorta di torre umana, in un’improbabile esibizione acrobatica. Come non bastasse, i quattro pargoli, oltre ad essere uno sull’altro, se ne stanno sulla corazza di una tranquilla tartaruga, usata a mo’ di piedistallo della singolare colonna. In cima, la schiena del più alto dei puttini sostiene una grande vasca dove spilla l’acqua – e verrebbe quasi da interrogarsi su esoterici significati… La scultura, restaurata nel 2008 dall’Opificio delle Pietre Dure per conto del Comune, che ne ha ripristinato anche il getto d’acqua, è opera di Mario Moschi (1896-1971), scultore tra i fondatori del Gruppo Donatello, autore di un importante monumento in Piazza Dalmazia, “I caduti di Rifredi”, opera giovanile realizzata nel 1925.

“La fontana non rinvia ad arcane simbologie, ma è la testimonianza della nascita di una
nipotina, tanto vivace da “fare per quattro”

I “puttini” sono invece del 1952, e si vede che l’umore dell’artista era nel frattempo cambiato, anche se in realtà erano stati modellati già dieci anni prima. La rappresentazione dell’universo infantile così originalmente presentato, attesta lo sguardo affettuoso e ironico dello scultore, che si era ispirato direttamente agli eventi della sua vita privata. La fontana, infatti, non rinvia ad arcane simbologie, ma è la testimonianza della nascita di una nipotina, tanto vivace da “fare per quattro”, la quale se ne andava in giro per casa a quattro zampe, ma anche della tartaruga di famiglia, con la quale la piccola nipote giocherellava, che andava libera per casa.

Un soggetto domestico e quasi intimo si è così trasformato in un’originale opera pubblica.

English

The Ponte del Pino is a bridge over rail tracks that links the Via Massacio area with Viale del Mille. A garden here, raised above the level of the tracks, is remarkable for one single feature: a fountain in which the putti are not the chubby-cheeked and curly-haired cherubs usually found in Florentine paintings. This bronze sculpture depicts four toddlers shown on their hands and knees, one on top of the other, forming a sort of human pyramid on top of the unperturbed tortoise that forms the pedestal for this very unusual column. The back of the topmost child supports a large basin from which water trickles. The 2008 work financed by the City Council and carried out by the Opifico della Pietre Dure (Workshop of Semiprecious Stones) restored the fountain’s water jet.

Is there perhaps some esoteric significance behind this very unusual composition?
The fountain is the work of sculptor Mario Moschi (1896–1971), who belonged to the Gruppo Donatello and in his youth (1925) produced the Monument to the Dead of Rifredi which now stands in Piazza Dalmazia. This putti composition dates from 1952 and seems to reveal a real sea change in the artist’s temperament over the intervening decades. These figures of children had actually been modelled ten years before the erection of the fountain, but their affectionate and ironic view of childhood makes it clear that the artist had drawn direct inspiration from his own private life. There is, however, no mysterious symbolism here, just a celebration of Mario Moschi’s granddaughter, a girl “as lively as four little children together”, who used to crawl around the house on all fours – that is, when she wasn’t happily playing with the family tortoise. Thus the inspiration for this original public work came from personal feelings stirred by a very domestic subject.