Una delle opere d’arte più famose e viste al mondo è senza dubbio la Gioconda di Leonardo da Vinci al Museo del Louvre di Parigi. Realizzato nei primi anni del Cinquecento, è ritenuto il ritratto di Monna Lisa del Giocondo (Lisa Gherardini), anche se l’identità rimane ancora avvolta nel mistero e molte sono le ipotesi avanzate nel tempo. C’è anche chi sostiene che la Gioconda sia un autoritratto di Leonardo in versione femminile. Un’opera, dunque, misteriosa e intrigante, che ha suscitato molte interpretazioni e anche curiosi interventi di artisti contemporanei: ricordiamo per esempio il quadro di Salvador Dalì La Gioconda con i baffi (i baffi, come appunto aveva Dalì).

Le ossa di Monna Lisa Gherardini sono state cercate da alcuni studiosi persino nell’ex Convento di Sant’Orsola a Firenze con l’intento di estrarne il Dna. Chi fosse la Gioconda ritratta da Leonardo è già il primo mistero del dipinto. Non sappiamo chi realmente fosse la modella ritratta da Leonardo, abbiamo solo un’indicazione di Giorgio Vasari che al riguardo scrive “…prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto…” (Le Vite), ma a parte questo non abbiamo altro e Leonardo non ne parla mai, non c’è nessun’altra indicazione. Certamente sono in corso degli studi approfonditi per dare una risposta definitiva al quesito. Senza dubbio uno dei quadri più affascinanti della storia dell’arte. Lo stesso fascino che portò l’operaio italiano, Vincenzo Peruggia, nel 1911, a rubarla dal Louvre per restituirla all’Italia, come affermò in seguito, quando fu recuperata dalla polizia sotto il letto di un albergo fiorentino. Lo stesso fascino che ogni anno spinge a Parigi migliaia di turisti per vederla: di certo è un capolavoro dell’arte per l’umanità. Ma sull’identità della modella di Leonardo ci sono delle novità. Nel 2004 furono ritrovate, ad opera di Roberto Manescalchi, Alessandro del Meglio e Maria Carchio, le “Grottesche del Morto” di cui ci narra Vasari.

La notizia di quel reperimento nei locali, già del Convento della Santissima Annunziata, oggi dell’Istituto Geografico Militare, fu di grande interesse. Le preziose pitture furono subito restaurate per disposizione di Cristina Acidini, allora direttrice dell’Opificio delle Pietre Dure. Oggi, a distanza di 13 anni, quei reperti fanno ancora parlare di sé. Nei due monocromi, di quello che Vasari ci indica come allievo di Leonardo, è stato identificato il volto della stessa modella del dipinto del Louvre. Quindi possiamo dedurre chi fu la donna che ispirò il quadro più famoso del mondo e Lisa Gherardini del Giocondo, figura spesso evocata, ma evanescente, prende corpo e posto, grazie anche a questa scoperta, tra le fiorentine d’eccezione. La data in cui Leonardo la dipinse è ora precisata (1501-2) grazie anche alla nota, datata ottobre 1503, del Cancelliere fiorentino Amerigo Vespucci, a margine di un codice, conservato ad Heidelberg, contenente lettere di Cicerone che recita: “Apelles pictor. Ita Leonardus uincius facit in omnibus suis picturis, ut enim Caput lise del giocondo et anne matris uirginis. Videbimus quid faciet de aula magni consilii, de qua re convenit iam cum vexillofero”.

Leonardo da Vinci, Autoritratto, 1515 ca., sanguigna su carta,
Biblioteca Reale, Torino.
Venne realizzato negli ultimi anni di vita di Leonardo, quando oramai viveva in Francia al servizio di Francesco I e lasciato in eredità al collaboratore Francesco Melzi insieme ai manoscritti e al corpus di disegni.Ricomparso solo agli inizi dell’XIX secolo a Milano, venne acquistato da Carlo Alberto di Savoia e confluì poi alla Biblioteca Reale.

ENGLISH
The Mona Lisa of Leonardo
A fascinating mystery in art history

One of the most famous and known to the world artworks is, without doubt, Leonardo da Vinci’s Mona Lisa at the Louvre Museum in Paris. Realized in the early sixties, it is believed that the portray belongs to Monna Lisa del Giocondo (Lisa Gherardini), although the identity remains wrapped up in mystery and there are many hypotheses that surfaced over time. There are also those who argue that Mona Lisa is a self-portrait of Leonardo in a female version. A mysterious and intriguing work, which has inspired many interpretations and even curious contributions from contemporary artists.

For example, we recall the painting by Salvador Dalì La Gioconda with a mustache (a mustache, just like Dali had). The bones of Monna Lisa Gherardini were sought by some scholars even in the former Convent of Sant’Orsola in Florence with the intent to extract the DNA. Who was the Mona Lisa portrayed by Leonardo is already the first mystery of the painting. We don’t know exactly who was the model portrayed by Leonardo; we only have an indication left by Giorgio Vasari who writes “… he commissioned Lionardo to make the portrait of Mona Lisa for Francesco del Giocondo and after four years of work he left it imperfect …” ( Le Vite – The Lives), but apart from that we have nothing else, and Leonardo never talked about it, there’s no other indication. Certainly, there are specialized studies in progress to give a definitive answer to the question. Without any doubt, this is one of the most fascinating paintings in art history. The same fascination made the Italian worker, Vincenzo Peruggia, to steal it from the Louvre in 1911 to return it to Italy, as he later stated when it was recovered by the police under the bed of a Florentine hotel.

The same fascination that drives thousands of tourists to Paris to see it every year: it certainly is a masterpiece of art for humanity. But there is news on the identity of Leonardo’s model. In 2004, at the indication of Roberto Manescalchi, Alessandro del Meglio and Maria Carchio, “The Grotesques of the Dead” of which Vasari spoke about, were found. The news of that find on the premises of the Convent of the Santissima Annunziata at the time and today of the Military Geographic Institute, was of great interest. The precious paintings were immediately restored by the order issued by Cristina Acidini, director of the dell’Opificio delle Pietre Dure at the time. Today, 13 years later, those findings are still talked about. In the two monochromes, of that Vasari indicates to us as a student of Leonardo, the face of the same model from the Louvre painting was identified. Thus, we can deduce who was the woman who inspired the most famous picture of the world, and Lisa Gherardini of Giocondo, character often evoked but evanescent figure, takes body and place, thanks to this discovery, among the exceptional Florentines. The date and precise time when Leonardo painted her is now specified (1501-2) also thanks to the note dated from October 1503 made by the Florentine Chancellor, Amerigo Vespucci, on the margin of a code kept in Heidelberg, containing Cicero’s letters, which reads: “Apelles pictor. Ita Leonardus uincius facit in omnibus suis picturis, ut enim Caput lise del giocondo et anne matris uirginis. Videbimus quid faciet de aula magni consilii, de qua re convenit iam cum vexillofero”.