Inna Bazhenova è considerata una delle cinquanta persone più influenti nel mondo dell’arte russa, il suo nome si trova accanto a quello di Michail Borisovič Piotrovskij, Direttore del Museo Hermitage a San Pietroburgo, e di Olga Sviblova, guru dell’arte contemporanea in Russia. La sua collezione comprende decine di capolavori dell’arte francese del secolo scorso, opere di Maurice Utrillo, Odilon Redon, Georges Seurat, così come dei maestri olandesi del XVII e una tela del pittore spagnolo Francisco de Zurbarán. L’incontro con Inna Bazhenova si svolge sullo sfondo di una Mosca innevata e tracciamo il percorso che l’ha portata ad abbracciare una materia quasi agli antipodi rispetto a quella degli anni giovanili, passando dagli studi di matematica all’attività nel settore petrolifero, fino al collezionismo d’arte e alla direzione di “The Art Newspaper”, la rivista che racconta le più importanti iniziative culturali, dall’arte al cinema.

Com’è avvenuto questo passaggio? Sono nata a Nižnij Novgorod. I miei genitori erano ingegneri e sia io che mio fratello abbiamo studiato matematica. Erano gli anni della “perestrojka” e invece di dedicarmi a uno studio intensivo della materia, assieme ad un gruppo di amici abbiamo deciso di provare a realizzare dei progetti nell’ambito dell’impresa privata.

E l’arte? La passione per il collezionismo è nata in quegli anni, iniziai ad acquistare quadri per arredare la casa di Mosca. Poi mi sono dedicata ai pittori russi degli anni Venti del Novecento, quindi sono approdata all’arte francese.

Perché proprio l’arte francese del periodo impressionista? Non c’è un motivo preciso, l’arte non ha frontiere, l’arte è bella a prescindere dalla sua provenienza geografica. Questo periodo della pittura ha trasformato il corso dell’arte del XX secolo con riverberi che si avvertono ancora oggi. Nella mia collezione ci sono anche autori russi meravigliosi, come Il’ja Ivanovič Maškov, ancora poco conosciuti in Occidente.

So che è molto interessata al cinema, ha mai pensato di produrre un film? Amo molto il cinema e vado sempre al Festival del Cinema a Cannes. Quanto al diventare produttrice, penso che per il momento sia un po’ fuori dalla mia portata, ma vorrei supportare il lavoro di giovani produttori e registi.

E del cinema italiano cosa conosce? Amo molto il cinema italiano, soprattutto Fellini e Antonioni, maestri assoluti, però conosco anche i registi contemporanei come Sorrentino, Garrone, Golino e non perdo l’occasione per vedere film italiani.

Il cinema russo sta attraversando, dopo un periodo di crisi, una nuova ventata di creatività. Quali sono i cineasti russi che ama? Ho una predilezione per i registi che hanno fatto grande la storia del cinema russo, da Sergej Michajlovič Ëjzenštejn a Andrej Arsen’evič Tarkovskij. Non posso dire di seguire molto il nuovo cinema russo, ma se devo fare dei nomi citerei Zvjagintsev, Lounguine, Papagrebskij. I loro lavori sono interessanti e meritano attenzione.

English
Inna Bazhenova
Mathematician, engineer, art collector with a Great passion for cinema

Inna Bazhenova is considered one of the fifty most influential people in the Russian art world and her name is next to that of Mikhail Borisovič Piotrovsky, Director of the Hermitage Museum in St. Petersburg, and Olga Sviblova, a guru of contemporary art in Russia. Her collection includes dozens of French masterpieces from the last century, works by Maurice Utrillo, Odilon Redon, Georges Seurat, as well as from Dutch masters of the seventeenth century and a painting by Spanish painter Francisco de Zurbarán. The meeting with Inna Bazhenova unfolds against the background of a snowy Moscow and we retrace the path that led her to embrace a career almost opposed to that from her the early years, passing from studies of mathematics to the activity in the oil sector, and to art collecting and the leading of “The Art Newspaper”, the magazine that recounts the most important cultural events, from art to cinema.

How did this passage happen? I was born in Nižnij Novgorod. My parents were engineers, and both I and my brother have studied mathematics. Those were the years of “perestroika” and instead of dedicating myself to an intensive study of the matter, together with a group of friends we decided to try to implement projects under the private enterprise sector.

And art?The passion for collecting was born in those years; I began to buy paintings to decorate the house in Moscow. Then I dedicated myself to Russian painters from the twenties of the twentieth century, and so I discovered French art.

Why the French art of the Impressionist period? There isn’t a specific reason; art has no borders, art is beautiful regardless of its geographical origin. This painting period transformed art during the twentieth century with reverberations that are still being felt today. In my collection there are also wonderful Russian authors, like Il’ja Ivanovič Maškov, still little known in the West.

I know you are very interested in cinema, ever thought of producing a film? I love movies, and I always go to the Cannes Film Festival. To become a producer, I think that for the moment it’s a bit out of my reach, but I would like to support the work of young producers and directors.

And what do you know about the Italian cinema? I love Italian cinema, particularly Fellini and Antonioni, absolute masters, however, I also know contemporary filmmakers such as Sorrentino, Garrone, Golino and I never lose the opportunity to see Italian films.
The Russian cinema, after a period of crisis, is going through a new wave of creativity. What are the Russian filmmakers whom you love? I have a deep fondness for filmmakers who made the history of Russian cinema great, from Sergej Michajloviĉ Ëjzenštejn to Andrej Arsen’evič Tarkovskij. I can’t say that I follow much the new Russian cinema, but if I have to mention names, they would be Zvjagintsev, Lounguine, Papagrebskij. Their works are interesting and deserve attention.