Anniversario dell’alluvione di Firenze 4 Novembre 1966

L’Arno straripa a Firenze alle ore 6 della mattina, in una giornata allora considerata di festa, che probabilmente fa evitare un bilancio ancora più pesante in vite umane. La drammaticità dell’evento sta in primo luogo nelle decine di morti, ma anche nei danni provocati al patrimonio artistico e monumentale della città da un’ondata d’acqua senza precedenti, arrivata in modo imprevisto, anche per l’assenza, allora, di sistemi di allarme in grado di avvertire la popolazione e attivare interventi preventivi. Le piogge dei giorni precedenti furono consistenti, quindi l’ininterrotta caduta d’acqua di 180/200 mm l’ora, nell’ultima giornata determinò un accumulo insostenibile per gli argini. La visione dalle colline rendeva la valle come un grande lago, con quartieri storici dove l’acqua raggiungeva i quattro/cinque metri di altezza. In ogni secolo della sua storia l’Arno ha provocato grandi alluvioni, ma in questo l’effetto fu ancora più devastante probabilmente anche per l’apertura a monte delle dighe di Levane e Lapenna, pur non riscontrandosi dopo anni di giudizio nessuna responsabilità penale. Destò sconcerto tra i fiorentini il ritardo ingiustificato a cogliere la portata della calamità, con mancanza d’interventi da Roma nelle prime ore del disastro, che generarono proteste verso le autorità di governo. La solidarietà internazionale fu senza precedenti e animata dalla straordinaria consapevolezza che il patrimonio di Firenze è bene dell’umanità. Gli “angeli del fango” offrirono un bell’esempio, creando sensibilità verso l’accaduto. Il Sindaco Piero Bargellini, così presente fin dai primi giorni nel rianimare le energie dei fiorentini, di fronte alla Biblioteca Nazionale inondata con danni incalcolabili o al Crocifisso di Cimabue in Santa Croce coperto dal fango, potè contare su un eco mondiale: da ricordare l’impegno di Edward Kennedy e altri.
ENGLISH
November 4th 1966
The Anniversary of the Florence flood
At 6 am the Arno burst its banks in Florence, on what was once considered a festivity, and which, perhaps, avoids an even heftier balance in human lives. The tragedy of the event rests first of all in the dozens of people that have died, but also in the damages that this unprecedented water outburst caused to the city’s artistic and monumental heritage; an unexpected event, in a time with no alarm systems to warn the people and take preventative measures. The torrential downpour of the previous days was relentless, with a constant rainfall of 180/200 mm per hour, culminating with a build-up that was untenable for the riverbanks. From the hills, the view of the valley resembled a great lake, with water levels reaching heights of four/five metres in some historic quarters. Since its existence, the Arno has caused great floods throughout the centuries, but this time the effect was even more devastating, probably also due to the opening of the dams of Levane and Lapenna, although, after many years of trial, no criminal liability has been attributed. The Florentine people were baffled by the unwarranted delay in understanding the magnitude of the calamity, with a lack of interventions from Rome during the first hours after the disaster, leading to heated protests against governmental authorities. The international solidarity was unparalleled and was animated by the extraordinary consciousness that Florence’s patrimony is a heritage of mankind. The “Mud Angels” provided a good example, creating awareness towards the events. The mayor, Piero Bargellini, highly present ever since the first days to revive the energies of the Florentine people, facing the National Library, flooded with countless damages, or the Crucifix of Cimabue in Santa Croce, covered in mud, could count on a strong global echo: let us recall the efforts of Edward Kennedy and others.
In occasione del 52° anniversario dell’alluvione che devastò Firenze nel 1966, sabato 17 novembre 2018 la Fondazione Franco Zeffirelli organizza una straordinaria proiezione (in versione integrale) del documentario “Per Firenze” (con il soggetto e la regia del Maestro Franco Zeffirelli, la voce narrante dell’attore inglese Richard Burton e le musiche di Roman Vlad), e una speciale visita nell’Archivio della Fondazione dove saranno mostrati documenti e fotografie inediti relativi a quella produzione Rai che emozionò il mondo intero. Con questa iniziativa la Fondazione Franco Zeffirelli vuol ricordare il fondamentale contributo del Maestro che diede risonanza mondiale al disastro con la realizzazione del documentario. Il 4 novembre 1966, mentre le acque dell’Arno invadevano le vie di Firenze, Franco Zeffirelli lasciò Roma, tornò a Firenze e si rese conto di persona della catastrofe che stava avvenendo. Con la macchina fotografica e la cinepresa documentò lo scempio della città. Il documentario venne trasmesso a un mese esatto dall’esondazione dell’Arno e ottenne una sensibilizzazione globale grazie anche all’appello di Richard Burton (nella foto grande seduto, mentre lavora col Maestro al testo del documentario, davanti al Crocifisso di Cimabue danneggiato dall’alluvione) che raggiunse tutti i paesi del mondo, ottenendo risposte generose.
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