Tra tutti i tipi di musei presenti nelle città senza dubbio i più affascinanti sono quelli che un tempo erano case e che si sono fermati, come congelati, in questo stato. A Firenze nella piccola via Zannetti, a due passi dal Duomo e dalla Basilica di San Lorenzo, si aprono le porte di Casa Martelli, dimora patrizia fiorentina che ospita ancora la quadreria creata dall’omonima famiglia in secoli di collezionismo. Oggi molti dei nomi degli artisti presenti nella collezione sono celebri solo agli studiosi ma anche agli occhi di un qualsiasi visitatore spicca la superba qualità della quadreria, adorna di opere dei barocchi napoletani, Luca Giordano e Salvator Rosa, dei fiorentini Piero di Cosimo e Santi di Tito, del senese Beccafumi, del ferrarese Cosmè Tura, solo per citare alcuni dei pittori più importanti qui rappresentati. I saloni si susseguono uno dopo l’altro, le pareti coperte di tessuti preziosi e i soffitti affrescati con scene tratte dalla storia della famiglia che si era imparentata con la dinastia medicea quando nel 1570 Cosimo I sposò, in segrete seconde nozze, Camilla Martelli. Allo scultore Donatello era attribuito il San Giovannino marmoreo che ora si trova al Museo del Bargello ma che prima era collocato nello scalone del palazzo ed anche lo stemma di famiglia, anch’esso spostato nel medesimo museo, opera così preziosa da essere usata per sbloccare l’eredità Bardini.

Secondo la volontà di questa famiglia, infatti, la spettacolare collezione doveva essere venduta per comprare due opere eccellenti di pittura e scultura del periodo rinascimentale da donare ai musei fiorentini. Ma invece di vendere la collezione, lo Stato italiano ha preferito comprare due parti di un trittico di Antonello da Messina oggi agli Uffizi e il suddetto stemma per il Bargello, sbloccando così l’acquisizione dell’eredità degli antiquari Bardini. Questo è stato possibile quando, anni dopo la morte di Francesca, ultima discendente Martelli, nel 1986, la Curia di Firenze, già erede della casa e dell’annessa collezione, entrambe destinate al Seminario, decise di vendere lo stemma e di cedere l’intera eredità allo Stato italiano nel 1998. Oggi il museo si presenta come una galleria di pittura allestita su più file secondo il medesimo gusto barocco della Galleria Palatina e di Palazzo Corsini e mostra gli spazi della vita quotidiana di questa importante famiglia patrizia. Sfortunatamente negli anni molto è andato disperso: basta ricordare il cinquecentesco ritratto di Ugolino Martelli, capolavoro di Bronzino oggi conservato a Berlino, oltre a tutto quello che è stato venduto tra Ottocento e Novecento, o a tutti gli arredi trafugati dopo la morte dell’ultima erede. Nonostante questo, il palazzo mantiene ancora il fascino della casa abitata e passeggiando attraverso i suoi saloni vuoti non stupirebbe incontrare all’improvviso le padrone di casa, le sorelle Paola, Caterina e Francesca, ultime donne di una dinastia secolare.

ENGLISH
Entering on our tiptoes into Casa Martelli

Among all the different kinds of museums in cities, the most fascinating ones are without question those that once were homes and have been maintained, almost suspended, in this state. In Florence in the small via Zannetti, a stone’s throw away from the Duomo and the Basilica of San Lorenzo, is Casa Martelli, a Florentine aristocratic abode that still hosts the centuries-old painting collection of the same family. Today, only scholars know most of the artists’ names present in the collection, albeit even an average viewer can appreciate the superb quality of the paintings, adorned with works by Neapolitan Baroques Luca Giordano and Salvator Rosa, Florentines Piero di Cosimo and Santi di Tito, Sienese Beccafumi, Ferrarese Cosmè Tura, just to name a few of the most renowned painters. The halls unfold, one after the other, with walls decorated with precious cloths and ceilings frescoed depicting scenes of the family’s history, which was related to the Medici dynasty since 1570, when Cosimo I married Camilla Martelli in a secret second wedding.

The sculptor Donatello was attributed the marble San Giovannino, now found at the Bargello Museum, but which once was located in the stairwell of the palace, as well as the family coat of arms, also in the same museum – a work so precious that it was used to unlock the Bardini inheritance. The family wanted for this spectacular collection to be sold in order to purchase two excellent painting and sculpture artworks from the Renaissance period, to be donated to Florentine museums. However, instead of selling the collection, the Italian State decided to purchase two parts of a triptych by Antonello da Messina, today at Uffizi, and the above-mentioned crest for the Bargello, thus unlocking the purchase of the inheritance of the Bardini antiquaries. This was possible when, years after the death of Francesca, the last descendant of Martelli, in 1986, the Curia in Florence, already heir of the home and of its collection, both destined to the Seminar, decided to sell the herald and give up the entire inheritance to the Italian State in 1998. Today the museum presents itself as a painting gallery set on multiple rows according to the same Baroque style of the Palatine Gallery and of Palazzo Corsini, and shows the spaces of the daily life of this important aristocrat family. Unfortunately, in the years much of this heritage has gone lost: we need only recall the portrait of Ugolino Martelli, a masterpiece by Bronzino, today in Berlin, as well as everything that has been sold between the 19th and 20th centuries, or all of the furnishings stolen after the death of the last heir. Despite all this, the palace still maintains the charm of the inhabited home and walking through its empty halls it would not be surprising to suddenly encounter the homeowners, sisters Paola, Caterina and Francesca, the last women of a secular dynasty.