Dopo un anno di lavori, è stato concluso il restauro della Pala di Bosco ai Frati di Beato Angelico. Il meticoloso restauro è stato possibile grazie al supporto finanziario della Fondazione Friends of Florence.

L’opera era stata oggetto di precedenti restauri e le puliture eseguite in passato avevano lasciato tracce aggressive, danneggiando alcuni particolari nella rappresentazione di personaggi e paesaggi, come ha recentemente dichiarato Stefano Casciu, direttore dei Musei della Toscana, in occasione della presentazione dell’opera alla stampa: “Le sconsiderate puliture aggressive del passato avevano compromesso alcune parti dell’opera, come le fisionomie dei santi Antonio da Padova e Pietro martire alle estremità laterali della tavola, oppure l’architettura e lo sfondo di paesaggio”. Dopo il restauro, la direzione regionale dei Musei della Toscana ha presentato la Pala di Bosco ai Frati in una luce completamente nuova, restituendola al Museo di San Marco.

Con il ritorno di questa magnifica opera nella sala dedicata al Beato Angelico, la mostra monografica si rivela completa grazie al ritorno di un’opera centrale della collezione del museo. Nella medesima sala si trovano altri capolavori realizzati dal frate domenicano, opere di diverse dimensioni, dai dipinti più piccoli a quelli più grandi, accompagnati da affascinanti predelle e reliquiari.

La Pala di Bosco ai Frati è una delle ultime grandi imprese dell’artista, molto probabilmente eseguita tra gli anni 1450 e 1452, contemporaneamente agli altri meravigliosi pannelli dell’Armadio degli Argenti per la Chiesa della Santissima Annunziata di Firenze.

Photo Gianfranco Gori

In quegli anni Beato Angelico era il Priore del Convento di San Domenico, a Fiesole, prima della sua partenza per Roma, dove morì nel 1455. Firenze e i suoi dintorni furono luoghi significativi per la vita e il percorso artistico di Beato Angelico, la manutenzione e il restauro delle sue opere sono elementi fondamentali dell’eredità culturale della città.  

Il restauro è stato realizzato da Lucia Biondi, il cui lavoro ha restituito al dipinto le sue uniche luci, l’affascinante trasparenza e quelle caratteristiche particolari che lo rendono un pezzo unico nella collezione del Beato Angelico. I colori rimangono chiari nella maggiore parte dell’opera, in vari strati sovrapposti l’uno all’altro. Il contrasto di luce e ombra si riflette anche nei cambiamenti di tonalità, fredde e calde: i colori caldi, con l’utilizzo di tanto oro, delineano il baldacchino della Vergine, le note azzurre sono a base di lapislazzuli riconducibili alla cultura afghana. L’uso di così tanto oro per gli ornamenti dimostra anche la ricchezza e l’importanza della committenza, da ricondursi a Cosimo de’ Medici. Al centro dell’opera si trova la figura della Vergine, seduta su un drappa dorato con cuscini d’ispirazione bizantina. Alla sua destra e alla sua sinistra sono raffigurati vari santi e due angeli per ciascun lato.

Photo Gianfranco Gori

La bellezza di quest’opera impeccabilmente restaurata è esaltata anche dalla storia che l’accompagna, alla luce della stretta relazione tra Beato Angelico, Cosimo il Vecchio e la famiglia Medici, una vicinanza che si rinnovò negli ultimi anni della vita di Beato Angelico proprio con questa commissione, in collaborazione con l’architetto prediletto dai Medici, Michelozzo di Bartolomeo. L’affascinante storia di Beato Angelico, le sue strette connessioni fiorentine, e l’eredità che ha lasciato a Firenze sono adesso compiutamente ammirabili nella sala a lui dedicata nel Museo di San Marco.

The “Altarpiece of Bosco ai Frati” by Beato Angelico is back in San Marco’s Museum

After a year of work, the restoration of the “Altarpiece of Bosco ai Frati” by Beato Angelico is finally over. The meticulous restoration has been possible thanks to the financial support of the foundation Friends of Florence.

The previous restorations and cleanings had left aggressive marks, damaging some details of the representation of characters and landscapes, as recently declared by Stefano Casciu, the director of Tuscany’s Museums at the piece’s presentation to the press: “the reckless aggressive cleanings of the past had spoiled some parts of the piece, such as the physiognomies of Saint Anthony from Padua and Saint Peter Martyr, who are placed at lateral ends of the piece, alongside the architecture and the landscape”. After the restoration, the regional management of Tuscany’s Museums presented the “Altarpiece of Bosco ai Frati” in a totally new light, handing it back to San Marco’s Museum.

With the return of this magnificent piece, central to the museum’s collection, in the room dedicated to Beato Angelico, the monographic show is now complete. In the same room one can also find other masterpieces of different sizes produced by the Dominican monk, varying from small to big paintings, with predellas and reliquaries.

The “Altarpiece of Bosco ai Frati” is one of the last great undertakings of the artist, which was most likely executed between 1450 and 1452, simultaneously to other wonderful panels of the Argenti’s Wardrobe for the Church of Santissima Annunziata of Florence.

Photo Gianfranco Gori

During those years and before his departure for Rome in 1455 where he died, Beato Angelico was the Prior of the Convent of San Domenico in Fiesole. Florence and its surroundings were significant places for Beato Angelico’s life and artistic path; thus, the maintenance and restoration of his pieces are fundamental to the cultural heritage of the city.

The restoration was performed by Lucia Biondi, whose work allowed the painting to regain its unique lights, its fascinating transparency and those characteristics that make it a unique piece in Beato Angelico’s collection. The colours remain bright in most of the piece through various layers superimposed on each other. The contrast between light and shades is also reflected in the changes of cold and warm tones: the warm colours, using a lot of gold, delineate the canopy of the Virgin, whilst the blue notes are made of lapis lazuli, originating from Afghan culture. Further, the use of expensive gold for the ornaments demonstrates the wealth and importance of the client who commissioned it, Cosimo de’ Medici.

At the centre of the piece is the figure of the Virgin, sitting on a sumptuous golden cloth with a Byzantine quality and by her sides are angels and saints.

Photo Gianfranco Gori

The beauty of this impeccably restored piece also reflects the close bond between Beato Angelico, Cosimo the Elder and the Medici family, a connection that was renewed in the last years of Beato Angelico’s life with this commission that Michelozzo Bartolomeo, the Medici’s favourite architect, also collaborated on. The fascinating story of Beato Angelico, of his Florentine connections and the heritage he left in Florence can now be fully admired in San Marco’s Museum’s room that is dedicated to him.