Tornano gli spettacoli al Teatro Niccolini, il più antico di Firenze e uno dei più antichi d’Europa (le origini risalgono al 1650). Pino Strabioli, Gennaro Cannavacciuolo, Paolo Graziosi, Filippo Timi, Scimone e Sframeli, Ettore Bassi, Paolo Nanni, Carlo Cecchi, Giancarlo Cauteruccio sono solo alcuni protagonisti della stagione in programma da ottobre a dicembre 2021.

Il nuovo corso segna il ritorno di Roberto Toni, direttore artistico che ha firmato le migliori stagioni del Niccolini e che ha accolto l’invito del gruppo Polistampa di Mauro Pagliai, proprietario dell’edificio, a cui si deve il complesso progetto di ristrutturazione che ha restituito il teatro a nuova vita, nel 2016. Info e prevendite a breve sul sito ufficiale www.teatroniccolini.comInizio spettacoli ore 19,30, festivi ore 16. Sconto del 10 per cento per soci Coop, under 21 e over 65.

Inaugurazione lunedì 4 ottobre nel ricordo di Paolo Poli, che al Niccolini ha legato, per anni, il proprio nome: “Sempre fiori mai un fioraio” di Pino Strabioli è lo spettacolo dedicato al pensiero libero, alla profonda leggerezza di un genio che ha attraversato il Novecento con la naturalezza e il coraggio che lo hanno reso unico.

Da giovedì 7 a domenica 10 ottobre Gennaro Cannavacciuolo presenta il recital “Volare, concerto a Domenico Modugno”, un tributo a Mister Volare tra il dialettale e il brechtiano, tra momenti comici e melanconici, aspetti gioiosi ed evocazioni poetiche.

“Primo amore” di Samuel Beckett è invece il «pezzo di pura felicità verbale, un campionario che si mescola con la confessione intima e con l’ironia spiazzante» che Paolo Graziosi porta al Niccolini da martedì 12 a giovedì 14 ottobre. Ancora Paolo Graziosi, da venerdì 15 a domenica 17 ottobre con “Fa male il teatro – Ma non le seppie coi piselli”, da Cechov a Campanile con… assaggio finale.

Da lunedì 18 a giovedì 21 ottobre Filippo Timi e Lucia Mascino in scena con l’acclamato “Promenade de santé – Passeggiata di salute”, spettacolo “sulla malattia dell’amore”, malattia necessaria che cerchiamo di rinnovare, nonostante controindicazioni e conseguenze.

Carlo Cecchi

 

Premio Ubu come miglior progetto drammaturgico e miglior allestimento scenico, lo spettacolo “Amore” prosegue il percorso drammaturgico di Spiro Scimone e Francesco Sframeli ai bordi dell’umanità, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”: da venerdì 5 a domenica 8 novembre.

Da venerdì 12 a martedì 16 novembre “Morirò in piedi”: gli ultimi giorni di vita di Oriana Fallaci, a Firenze, nell’estate del 2006. Roberto Petrocchi presenta la riduzione teatrale del libro intervista di Riccardo Nencini (edizioni Polistampa), considerato il testamento morale della scrittrice e giornalista. In scena Giulia Weber e Fulvio Cauteruccio. Produzione Teatro Niccolini.

Agli “Esercizi di Stile” di Queneau si ispira Paolo Nani per “La lettera”, da giovedì 18 a domenica 21 novembre: una tranche de vie venata di surreale e interpretata in 15 varianti, uno studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, portati all’estremo della precisione e dell’efficacia comica.

Ettore Bassi nei panni dell’amato e iconico professor Keating ne “L’attimo fuggente”, da giovedì 25 a domenica 28 novembre: a trent’anni dal debutto cinematografico, una pietra miliare nell’esperienza di migliaia di persone in tutto il mondo.

Altro indimenticato protagonista delle passate stagioni del Niccolini, Carlo Cecchi porta con sé due perle del repertorio eduardiano, “Dolore sotto chiave” e “Sik sik l’artefice magico”, un dittico sul mondo del teatro come metafora della vita, da giovedì 2 a domenica 5 dicembre.

Due gli spettacoli che vedono protagonista Giancarlo Cauteruccio, “L’ultimo nastro di Krapp”, da martedì 7 a giovedì 9 dicembre – in cui il regista e attore interpreta il testo beckettiano col suo piglio di sperimentatore – e “Fame, mi fa fame”, da venerdì 10 a domenica 12 dicembre, una delle sue performance più sentite declinata in chiave lockdown.

Chiude Sergio Basile, da venerdì 17 a domenica 19 dicembre con “Il diavolo e il presepe”, spettacolo natalizio per attore, quintetto d’archi e fagotto ispirato al “Racconto di Natale” di Dickens. Un appuntamento per grandi e piccini, un omaggio alla tradizione del presepe, in particolar modo del presepe napoletano (orari: ven/sab ore 16 – dom ore 11).

Nel Saloncino del Cocomero del Teatro Niccolini, in programma nei prossimi mesi anche concerti di musica antica, spettacoli (in data da definire “Scandalo Machiavelli”, lettura teatrale dal testo di Francesco Bausi edito da Polistampa), incontri letterari e un ciclo di appuntamenti divulgativi con esperti di storia, arte e scienza. La stagione 2021 del Teatro Niccolini è organizzata da Eventi Pagliai, società del gruppo Polistampa, con il contributo del Ministero della Cultura.

Il Teatro Niccolini ha siglato una convenzione con il Garage Michelangelo, situato in via Ricasoli 28, per garantire una tariffa agevolata ai suoi spettatori. Grazie alla collaborazione con CO.TA.FI TAXI 4390, in occasione degli spettacoli, sarà attivo inoltre un servizio Taxi Navetta che da Piazza Beccaria condurrà gli spettatori direttamente a teatro ad una tariffa flat.

Dice il direttore artistico, Roberto Toni: “Firenze e il suo pubblico, da sempre chiamato, e a ragione, uno dei più competenti del nostro pianeta teatrale (‘se uno spettacolo passa a Firenze è fatta’, diceva il primo attore e il capocomico di un tempo) meritano questa impresa, fatta di tanto rischio e di tanta passione. Soprattutto ora che, per le ragioni che tutti conoscono e che non ripeterò per non annoiare, tutto appare più difficile e di esito incerto. Abbiamo fatto il nostro meglio, speriamo di fare ancora di più con la complicità degli spettatori e del nostro inesauribile coraggio”.

Dice Antonio Pagliai, amministratore di Eventi Pagliai: “Immaginare di riaprire il Teatro Niccolini, tanto più con una stagione così importante, può sembrare un’operazione coraggiosa, anzi incosciente, specialmente se pensiamo che è principalmente sulle spalle di una realtà privata. Ma non c’era scelta, come non c’era scelta il giorno in cui si presentò la possibilità di rilevare e ristrutturare un teatro di valore abbandonato da vent’anni. Dopo la chiusura forzata dovuta al Covid, abbiamo l’obbligo morale di far rivivere questi ambienti secondo la loro vocazione, augurandoci di trovare strada facendo una sponda. Il nostro impegno si limita all’anno in corso: dopodiché, speriamo in un coinvolgimento delle istituzioni, fondamentale affinché la programmazione continui anche il prossimo anno”.

TEATRO NICCOLINI, UNA STORIA LUNGA 4 SECOLI

Teatro Niccolini, già Teatro del Cocomero, è il più antico di Firenze e tra i primi teatri “moderni” d’Europa. La sua origine risale al 1650, quando un gruppo di nobili prese in affitto alcune stanze di palazzo Ughi in  via del Cocomero costruendovi il teatro. Negli anni Settanta e Ottanta è un centro privilegiato per la prosa, ospitando artisti come Vittorio Gassman, Carlo Cecchi e Carmelo Bene. Mauro Pagliai lo acquista nel 2006 dalla famiglia Ghezzi con l’intento di recuperare l’immobile, inutilizzato dal 1995 e pesantemente danneggiato. Il lavoro di ristrutturazione diretto dall’architetto André Benaim ha riportato la struttura – 406 posti e 4 ordini di palchi – allo splendore originale. In particolare sono stati recuperati, al piano terra, i locali destinati in passato a fondi commerciali, e si è quindi ricreato il foyer del 1914, oggi destinato a biglietteria, caffè e bookshop. A gennaio del 2016 i 2.500 metri quadri con sette porte su via Ricasoli sono così tornati a disposizione di cittadini e turisti.

 


Teatro Niccolini
Via Ricasoli, 3/5 – Firenze
Info tel. 055 0946404 (055 7378721 – press@eventipagliai.com)
www.teatroniccolini.com – info@teatroniccolini.com

Info e prevendite www.teatroniccolini.com – tel. 055 094 6404

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The play I Will Die Standing at Florence’s Niccolini Theatre

Riccardo Nencini and the moral testament of Oriana Fallaci

 

Oriana Fallaci has been hated and loved, admired and criticised, yet whichever party one belongs to, it cannot be denied that she was a woman of great strength, with a hidden vulnerability. When coming to the end of her life, Oriana Fallaci, a woman of great charisma and intelligence, re-encounters herself in an afternoon conversation with her dear friend Riccardo Nencini, one of the few who stood by her. In those last moments, what emerges is the portrait of a woman, her sensibilities, her dreams and fears, and all of it, in her city, Florence. Leaving aside the many criticisms she received for her war on Islam and her aggressive character, criticisms that I personally share, and the praise, that I also share, for being a brave woman and an exceptional journalist, this play invites us to discover Fallaci with an introspective look.

 

The play entitled I Will Die Standing, taken from the homonymous interview book by Riccardo Nencini, president of the national council of the Italian Socialist Party and Fallaci’s dear friend, will hold its national premiere at Florence’s Niccolini Theatre from Friday the 12th to Wednesday the 17th of November. Nencini’s writing is considered as Oriana Fallaci’s moral testimony, which text is in the process of being adapted to the big screen. In the meantime, sections of the book I Will Die Standing have been selected for the play and adapted by Roberto Petrocchi, with Fulvio Cauteruccio, Giulia Weber and Flavia Pezzo for protagonists, underlining a great need to narrate. This theatrical performance is a tribute to Oriana Fallaci, who passed away fifteen years ago, therefore leaving Florence, her dear city, with which she always maintained a difficult love relationship. The words of Riccardo Nencini are significant, “This is the only image that survives of Oriana Fallaci. As a close friend of hers, I feel the need to reconstruct the missing parts. It was she herself who told me: you take care of narrating my story to the city that treats me badly”.

 

The theatre show tells the story of an afternoon conversation between Riccardo Nencini and Oriana Fallaci, but above all, it tells the story of a woman, of her love for life and freedom. Through her confessions reported in the play, Oriana Fallaci reveals to the public her most intimate secrets, her femininity, the regret of not having lived motherhood, offering a human and painful, honest account. Known to a universal audience through her writings, interviews, photogenic footages of a charismatic woman in warzones, with braided hair and a cigarette in the mouth, this theatrical show reveals the true, more sensitive and doubtful, identity of Oriana Fallaci. I would like to invite the world public who criticised, loved, doubted, and questioned her, to see this play, to really get to know a woman for that which Fallaci always hid: her vulnerability. In this harsh and sweet conversation, Oriana Fallaci asks for help, showing strength in her unabashed style; that of “a Woman, in whom courage never fails, who once she discovered her sickness, mutated her relationship with suffering, life and death: making the latter dignified, preparing herself for the final onslaught of cancer without giving up, without betraying”, as stated by the director Roberto Petrocchi.

 

I would like to thank Riccardo Nencini to have shared a story of great humanity, that goes against hatred and respect in the narration of a woman’s intimacy during an annihilating sickness. I would like to offer another very important thank you to Roberto Petrocchi, and his desire to want to tell a true, authentic story, contrasting the famous dramatization of famous figures such as Oriana Fallaci; Nencini prefers the truth. Instead of the usual media portrait of Fallaci, on the stage, one finds an authentic, genuine and humble theatrical adaptation. I invite you to attend the show at the Theatre Niccolini, to listen to the beauty and pain of a sincere story, and to feel the honour of being the testimony of a profoundly compelling confession.