Il lavoro di Liu Youju nella sua complessità potrebbe, con una certa facilità, essere ascritto, applicando alcuni canoni occidentali, nell’ambito dell’astrazione; se però si considera la sua persistente attenzione alla calligrafia, al segno e al singolare contrappunto che egli riesce a trovare tra scrittura e gesto pittorico, troviamo in lui gli elementi di sensibile ricercatore che intende evolvere l’antica, alta e radicata tradizione cinese della calligrafia in un linguaggio diverso e per certi versi parallelo, ma con una propria indipendenza. Le venticinque opere che compongono l’esposizione “Beyond Abstraction – Oltre l’astrazione”, a cura di Anna Balzani, all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, ci accompagnano in un campo che non può essere riassunto nel semplice termine “astratto” ma vuole immergere lo spettatore all’interno dell’instabilità della materia, che non è solo colore, timbricità o materialità, ma è soprattutto vitalismo, inseguimento continuo di un magma in perenne mutazione e trasformazione di cui Liu Youju cerca di afferrare la mobilità condensandola sulla tela e riassumendo, nel groviglio di segni-scrittura, di segni-colore e di impronte di materia, il perenne svolgersi e consumarsi del processo vitale dell’esistenza. Uno scenario in continua mutazione, una sorta di “astrazione organica” non esente da riferimenti naturalistici o figurali come in The Red Gene in cui paiono intrecciarsi citazioni di figure antiche con stilemi che rimandano vagamente ad accenti della nostra “Transavanguardia”. Un lavoro quello di Liu Youju che segue un proprio percorso, al di là dei generi più noti, ma piuttosto intrecciando questi con una sorta di “panteismo naturalistico”, legato al gesto, allo schizzo, alla macchia apparentemente casuale, al colore colato volontariamente dall’alto. In molte di queste opere è come se trasparissero gli elementi predominanti di un paesaggio caro e interiorizzato: i laghi, le montagne, le città percorse, l’azzurro del mare, risolti con la liquidità di un gesto pittorico che evoca quell’acqua che fluisce perenne assieme al sogno e al ricordo.

ENGLISH
Liu Youju.The poetry of the symbol

In its complexity, the work by Liu Youju– by applying several Western canons – could quite easily be attributed to the framework of abstraction; however, if we consider the artist’s persistent attention to calligraphy, to symbols and to the singular counterpoint that he finds between writing and pictorial gestures, in his art we discover the elements of the sensible researcher who aims to evolve the ancient, high-ranking and deeply established Chinese tradition of calligraphy in a different language and in some way parallel, but with an independence of its own. The twenty five works that make up the exhibit “Beyond Abstraction”, curated by Anna Balzani, at the Academy of the Arts of Drawing of Florence, lead us in a field that cannot be summarized by the word “abstract” but wishes to immerse the spectator in the instability of the topic, which is not made of just colour, tone or materiality, but is mainly vitality, limitless chase of a constantly mutating and transforming magma, of which Liu Youju tries to grasp the mobility, condensing it on canvas and summarising, in the entanglement of written symbols, colour signs and material marks, the persistent unfolding and wearing out of the vital process of existence. A constantly evolving scenario, a sort of “organic abstraction” not free from naturalistic or figurative references in The Red Gene, in which citations of ancient figures seem to overlap with styles that vaguely defer to accents of our “Transavantgarde”. A work, that of Liu Youju, which follows a personal journey, that goes beyond the most popular genres and rather intertwines them with a sort of “naturalistic pantheism”, connected to gestures, to sketches, and to the apparently casual stains, to colour poured voluntarily from above. In many of these works, the predominant elements of a beloved and interiorized landscape transpire: and so lakes, mountains, cities travelled and blue seas are resolved with the fluidity of a pictorial gesture that evokes that of eternally-flowing water mixed with dreams and memories.