Cataloghi d’epoca, giochi, figurine e opere realizzate appositamente per la mostra che omaggiano la figura della mitica bambola, tra cui spicca Garbitch (Be pop), il lavoro site specific realizzato da Rakele Tombini. Alta, bella, bionda, curvilinea, eternamente giovane, a più di sessant’anni, non conosce rughe e concorrenza. Barbara Millicent Roberts ha incarnato i sogni e le aspirazioni di intere generazioni di bambine che non devono necessariamente diventare mogli e madri, ma possono crearsi una carriera e seguire ambizioni e fantasie sempre coronate da successo. Barbie non è una principessa da salvare o il bambolotto da accudire, ma è la ragazza della porta accanto, un nuovo paradigma di donna. 

Non a caso la sua creazione (correva il 9 marzo del 1959) nasce dalla fortunata intuizione di Ruth Handler, moglie del cofondatore del marchio Mattel, per donare alla figlia un gioco che le permettesse di immaginarsi adulta, un modello che mettesse la donna al centro del mondo, relegando il suo compagno, Ken, al ruolo di accessorio, esattamente come abiti e scarpe. La bambola più famosa del mondo ha travalicato rapidamente il mondo del giocattolo per farsi fenomeno di costume: è stata celebrata, studiata ma anche giudicata. E, nonostante i cambiamenti, Barbie è rimasta sempre sul podio, fino a divenire mito, filosofia e non semplice oggetto. A celebrarla come musa nel mondo dell’arte, ci ha pensato Andy Warhol, nel 1986, consacrandola a un’icona pop di femminilità.  Altri artisti hanno seguito il suo esempio, trovando nelle sue forme perfette, in quei piedini sempre in punta e nel suo mondo di plastica rosa di lussi, frivolezze e lustrini, il simbolo del gioco per eccellenza, dove tutto è concesso, tutto è eccesso e meraviglia. Proprio come nell’arte, dove tutto può diventare sogno, gioco e leggerezza.

Nella collettiva Superstar. L’arte celebra la regina delle bambole, il percorso parte proprio da Andy Warhol, di cui troneggia il manifesto della sua mostra al MOMA che aveva come immagine la sua Barbie ritratta nel 1986. Dal maestro della Pop Art alla contemporaneità è un attimo. Le artiste chiamate in causa per raccontare Barbie sono tutte donne e molte appartengono all’universo della street art. Non potevano mancare le fantomatiche Lediesis con la loro SuperBarbie che fa l’occhiolino e con una sporta della spesa come una comune casalinga; Zelda Bomba che rappresenta una Barbie mistica, dotata del terzo occhio; C-Ska che propone una bambola pronta ad indossare costumi che diventano stati d’animo; Miss Quark con una serie di lavori sull’icona che prendono spunto dal celebre logo, fino alle opere che parlano di attivismo con il collettivo delle Darehood, di erotismo con JD Blackcap e di consapevolezza e libertà con Carla Bru.

Fino al 28 maggio, spazio di Informacittà – L’arte di comunicare