Terminato il restauro delle otto pareti interne del Battistero di Firenze, che l’Opera di Santa Maria del Fiore aveva iniziato nel 2017 e che era stata costretta ad interrompere varie volte a causa della pandemia Covid-19, la fabbriceria si appresta a intraprendere un altro significativo intervento di restauro che interessa i mosaici della cupola.

foto Opera di Santa Maria del Fiore/ Claudio Giovannini

Per questo motivo, a partire da oggi, il Battistero, il monumento più antico di Firenze, rimarrà chiuso al pubblico fino al  18 dicembre 2022 per realizzare, in sicurezza, uno speciale cantiere che permetterà il restauro dei circa 1.200 metri quadrati di mosaici della cupola ed il cui costo è interamente sostenuto dall’Opera di Santa Maria del Fiore. In futuro, questo permetterà di vedere da vicino uno spettacolo unico al mondo anche ai visitatori.

FIRENZE – Avanzamento dei lavori interni di restauro e pulitura del Battistero
foto Opera di Santa Maria del Fiore/ Claudio Giovannini

I mosaici della cupola del Battistero furono iniziati, secondo la data iscritta nella scarsella, nel 1225. Con ogni probabilità furono realizzati ricorrendo a mosaicisti venuti da fuori e a fornaci già attive altrove, specializzate nella preparazione dei vetri policromi per le tessere musive.

Ben presto i pittori e gli artefici fiorentini seppero conquistare piena autonomia, e a fine secolo gli oltre mille metri quadrati della cupola si erano ammantati della scintillante veste musiva, che ai lati della grandiosa scena del Giudizio finale narra su quattro registri le Storie della Genesi, di Giuseppe ebreo, di Cristo e del Battista. Più generazioni di artisti, fra i quali lo stesso Cimabue, si succedettero sui ponteggi per creare una spettacolare antologia dell’arte, pittorica e musiva insieme, del Duecento fiorentino, della quale fa parte anche la volta della scarsella, i cui mosaici furono realizzati mentre ancora si lavorava a quelli della cupola.

FIRENZE – Avanzamento dei lavori interni di restauro e pulitura del Battistero
foto Opera di Santa Maria del Fiore/ Claudio Giovannini