Dopo oltre cento anni dall’ultimo restauro (1898-1907), i magnifici mosaici policromi a fondo oro della cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze saranno oggetto di un intervento che intende recuperare la stabilità strutturale e la loro adesione alla volta, arrestare i fenomeni di degrado e riportare alla luce lo splendore del fondo oro e i colori delle tessere vitree.

Proprio in questi giorni prendono avvio le indagini diagnostiche necessarie non solo per verificare i distacchi o le decoesioni ma anche per definire il degrado delle tessere, la composizione e lo stato di “salute” dei diversi materiali che costituiscono l’opera. Sulla base di tutte le informazioni grafiche, fotografiche e diagnostiche che saranno acquisite sarà così possibile delineare nel dettaglio le metodologie d’intervento specifiche per ogni problematica, individuare i materiali più opportuni e innovativi per poi procedere al restauro vero e proprio. I mosaici della cupola del Battistero sono realizzati con 10 milioni di tessere policrome della grandezza che varia da 5 a 20 mm per lato, e da oltre un secolo nessuno ha potuto esaminarli da vicino. Si prevede che il restauro durerà 6 anni. 

Courtesy Gianfranco Gori
 
Per poter restaurare la volta musiva del Battistero di Firenze, è stato necessario progettare e realizzare un cantiere tecnologicamente innovativo che fosse in grado di rendere accessibile l’intera superficie musiva della volta (oltre 1.000 mq) e che, allo stesso tempo, avesse il minimo impatto visivo a terra, lasciando così ai visitatori (che solo nel 2022 sono stati 1 milione e 215 mila) la possibilità di ammirare le pareti e la scarsella magnificamente decorate con marmi e mosaici, il cui restauro è terminato proprio a luglio dell’anno scorso. 
 
Gli architetti dell’Opera di Santa Maria del Fiore, con Tecno System Appalti e Layher S.p.A. hanno realizzato un ponteggio a forma di fungo (con un’altezza di 31,50 m e diametro 25,50) che si sviluppa su una superficie di 618 mq calpestabili nella parte alta, a fronte di una superficie occupata a terra di soli 63 mq. Il ponteggio, costruito con 8.150 elementi, utilizza delle travi in alluminio di ultima generazione (Layher Flex), che passando attraverso le aperture quadrangolari che si affacciano sul piano attico del Battistero, permettono di distribuire uniformemente i carichi sulla struttura portante del monumento.
Il cantiere e l’intervento di restauro sono commissionati e finanziati dall’Opera di Santa Maria del Fiore in accordo con l’Arcidiocesi di Firenze, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia. L’intervento è stato affidato al Centro di Conservazione Archeologica che tra i tanti capolavori a mosaico restaurati, vanta quelli celeberrimi del Monastero di Santa Caterina sul monte Sinai.
Courtesy Gianfranco Gori
 
Per la prima volta, anche il pubblico potrà vedere da vicino i mosaici della cupola realizzati su disegni preparatori di Cimabue e Coppo di Marcovaldo, che ai lati della grandiosa scena del Giudizio finale narrano su quattro registri le Storie della Genesi, di Giuseppe ebreo, di Cristo e del Battista. 
Un’esperienza unica e irripetibile, che sarà possibile vivere solo durante gli anni del restauro. 
 
Le visite avranno inizio il 24 febbraio 2023, prenotandosi sul sito dell’Opera: